sabato 16 maggio 2020

CURARSI CON LE PIANTE, UN NOSTRO DIRITTO


Dott.ssa Chiara Calzolari
Psicologa, frequenta la scuola di formazione ad indirizzo transpersonale per diventare una psicoterapeuta e da cinque anni si dedica allo studio degli stati non ordinari di coscienza come ricercatrice indipendente.

STATI GENERALI DELLA PSICHEDELIA IN ITALIA
(organizzato da Psycore a Torino , 6/7 Dicembre 2019)

C'è oggi un interesse rinnovato a livello internazionale nell'apprendimento di setting di terapie psichedeliche; la ricerca scientifica sta dimostrando che molte piante e funghi con effetti "allucinogeni" (termine con cui ci si riferisce in generale a tutti quei composti naturali che hanno un effetto globale sulla nostra coscienza e sul nostro modo di percepire la realtà) hanno un grande potenziale terapeutico.

La ricerca ha già prodotto molti risultati promettenti per il loro utilizzo in molte forme del disagio mentale, e anche su soggetti sani.

A mio avviso la loro introduzione porterebbe con sè delle revisioni radicali della nostra comprensione della coscienza e della psyche umana, sia in salute che in malattia.

Le seguenti categiorie di studio dovrebbero essere fortemente riviste; la comprensione e l'origine dei disturbi emotivi e psicosomatici, il ruolo della spiritualità nella vita umana, le nuove strategie di psicoterapie e di auto esplorazioni chiamate "esperienziali" (più efficaci e brevi rispetto alle tradizionali), una nuova cartografia umana sugli stati non ordinari di coscienza, la natura della coscienza e la sua relazione con la materia.

Personalmente credo che la legalizzazione offrirebbe molti vantaggi per la salute pubblica; potremmo avere maggiore controllo della qualità del prodotto salvaguardando la salute dei consumatori, sarebbe più semplice la raccolta di informazione sugli effetti delle varia sostanze, ed infine si potrebbe aumentare l'educazione all'uso responsabile.

Scegliere il proibizionismo significa rinunciare alla salute di coloro che decidono comunque di consumare e comporta un significativo aumento del rischio correlato.


Dal sito del Governo i dati del 2017 riguardo le politiche antidroghe, oggi sappiamo che la ricerca delle sostanze è un comportamento in aumento sopratutto tra i giovani studenti (il 25,9 % ammette di aver utilizzato almeno una droga nel corso del 2016, nella popolazione generale è un fenomeno che riguarda il 10,3 %). Nel 2017 sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria 35.190 persone per reati in violazione del DPR n. 309/1990, parliamo del 70% di tutte le denunce. La popolazione carceraria è costituita per un terzo (32,7%) da detenuti per reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti art. 73 DPR n. 309/1990 .

In molti stati dell'unione stiamo assistendo alla decriminalizzazione della canapa, o ad una decriminalizzazione totale delle sostanze (come in Portogallo dal 2001), mettendo fine alle persecuzioni sui consumatori, riconosciuti come persone bisognose di aiuto e non come criminali.

In Italia l'ultima Conferenza Nazionale governativa è stata nel 2009. L'unico passo in avanti verso la legalizzazione a cui abbiamo assistito è stato nei riguardi del composto CBD della canapa, mentre il THC (il composto con le maggiori proprietà terapeutiche) resta illegale, se non per uso medico in caso di malattia conclamata. I diversi governi che si sono succeduti, hanno accuratamente evitato non solo la convocazione prevista per legge ogni tre anni, ma tutto il tema delle politiche sulle droghe. Questo avviene solo quando si vuole promuovere allarme mediatico e sociale, come nel caso della proposta di legge di Salvini che ha portato ad un alteriore inasprimento delle pene per il piccolo spaccio. La realtà dei servizi è ferma al modello degli anni '90 ; dalla stessa relazione governativa si evince che attualmente vengono intercettati solo l'1% delle persone che in Italia usano droghe, e, una volta intercettati, il mandato istituzionale "forzato" è quello di produrre malati cronici in trattamento a vita (per quanto riguarda gli utilizzatori di droghe come cocaina, alcool o eroina), oppure giovani costretti ad intraprendere una carriera carceraria solo per aver utilizzato, coltivato o venduto cannabis.

L'uso della cannabis nella terapia del dolore, ha già dimostrato prove cliniche d'efficenza, sopratutto per diverse malattie a carico del sistema nervoso, come l'epilessia, la sclerosi multipla e il parkinson. Molte ricerche scientifiche lo stanno confermando ed è per questo che stiamo assistendo ad una graduale regolamentazione mondiale.


Le sostanze stupefacenti (sostanze farmacologicamente attive capaci di alterare l'attività mentale e di indurre, in diverso grado, fenomeni di tolleranza e dipendenza) non vengono definite in base ai loro effetti, ma in base al fatto che siano contenute in un elenco che viene periodicamente aggiornato dal ministero della sanità.

Nel primo elenco ci sono contenute 4 tabelle con indicate le principali droghe narcotiche e stimolanti. Nella tabella 1, quella che proibisce e penalizza l'utilizzo e restringe la possibilità di fare ricerca clinica, sono inseriti la maggior parte degli psichedelici conosciuti.

Nel secondo sono contenute le sostanze stupefacenti regolamentate e vendibili sotto precrizione medica, alcuni per i quali sono stati accertati concreti pericoli di induzione di grave dipendenza fisica o psichica o entrambe (come nel caso delle benzodiazepine e dei barbiturici).

Pare assurdo che gli psichedelici siano considerati ancora in tabella 1 (quindi sostanze su cui non è possibile neanche la ricerca clinica e sperimentale), mentre sostanze anche potenzialmente additive come le benzodiazepine sono nelle tabelle dei farmaci regolamentati.

Appare ancora più assurdo se consideriamo che il NIDA, l'organo statunitense preposto al controllo delle droghe, non considera gli psichedelici, che hanno un effetto principalmente sul sistema serotoninergico, sostanze d'abuso; in quanto è dimostrato che non producono comportamenti compulsivi nella ricerca della sostanza, e che anzi nell'impiego clinico hanno dimostrato avere come effetto la riduzione del comportamento di dipendenza.

Gli psichedelici sono sostanze in grado di condizionare moltissimo l'intera visione della propria vita; qui uso il termine "psichedelico" in modo generico per indicare l'intero spettro di naturali e sintetici che alterano lo stato di coscienza (Ayahuasca, dmt, lsd, psilocibina, MDMA e mescalina).




Con la crescente conoscenza della natura e delle dinamiche dei disturbi emotivi e psicosomatici, si è arrivati alla comprensione che questi disturbi affondano le loro radici nelle profondità dell'inconscio dei pazienti e che hanno una molteplicità di cause sia psicodinamiche che sociali, culturali, relazionali e spirituali, e che quindi la loro guarigione richiede un'approccio integrato.
I disturbi emotivi risultano in forte aumento in tutto il mondo, tanto che l'oms ha lanciato uno stato di emegenza segnalando che il 4,4 % della popolazione mondiale soffre di depressione (circa 350 milione di persone).

Una psicoterapia sistematica, come la psicoanalisi o altre forme con approccio analitico, sono procedure molto costose e che richiedono molto tempo.

Date le circostanze, ovvero l'aumento dei disagi mentali e la necessità di aprire le cure a più persone, si è investito molto nello sviluppo di metodi che possano velocizzare e intensificare il processo psicoterapeutico.

Un ramo della ricerca molto promettente è proprio l'uso di agenti chimici come supporto alla psicoterapia.

Un'altra grande innovazione riguarda le nuove tecniche psicoterapeutiche esperienziali, la Gestalt di Fritz Perls, la Bioenergetica di Lowen, la Biotransenergetica nella corrente transpersonale...

Claudio Naranjo è stato uno dei pionieri in entrambe e ha fatto esperimenti con più di 30 composti (psichedelici e derivati delle anfetamine) come supporto alla psicoterapia.

Un altro ricercatore di fama internazionale è Stanislav Grof che ha dedicato la sua vita alla ricerca sugli stati non ordinari di coscienza.
Sulla base delle sue osservazioni egli trasse le seguenti conclusioni:



"durante gli anni del mio lavoro clinico con i farmaci psichedelici è diventato sempre più ovvio che nè la natura dell'esperienza con LSD, nè le numerose osservazioni fatte, nel corso della terapia psichedelica, possono essere spiegate .. con l'approccio meccanicistico dell'universo e .. con modelli neurofisiologici esistenti nel cervello.

Dopo anni .. ho concluso che i dati con la ricerca con lsd indicano l'urgente necessità di rivedere .. i paradigmi
correnti della psicologia, psichiatria, medicina ed eventualmente della scienza in generale.
La nostra concezione .. della natura della realtà e .. degli esseri umani, è ad oggi molto superficiale, non corretta e incompleta."
Stanislav Grof


Psichiatria e psicologia dovrebbero rimettere tra i loro interessi gli stati di coscienza, e questo coinvolge anche la natura e l'origine della spiritualità.

Senza questi cambiamenti radicali nel modo di pensare, continueremo a dignosticare come psicotiche quelle esperienze che hanno in sè un forte potenziale terapeutico e che Grof definisce come "emergenze spirituali".


Fenomeni come la globalizzazione di cerimonie sacre, sono in forte espansione sociale.

La creazione di una nuova "scienza sulle droghe" da insegnare ai giovani e la formazione di professionisti, potrebbe portare ad un futuro di terapie psichedeliche.

Oggi le esperienze psichedeliche che si possono fare in Italia sono legate all'utilizzo dell'Ayahuasca e sono in mano a gruppi spesso solo interessati al business e possono fare anche gravi danni alla salute dei partecipanti.

I processi psichedelici possono essere gestiti solo da sitter esperti ad accompagnare stati non ordinari di coscienza.

La presenza di una guida preparata fa una netta differenza nel determinare se un'esperienza porterà beneficio o no, e quest'aspetto sottolinea la differenza tra gli psichedelici e altri farmaci.

Per consolidare i cambiamenti avvenuti durante una sessione psichedelica, è necessaria la fase di integrazione dell'esperienza.


È importante creare una relazione calda di accoglienza e fiducia con il viaggiatore psichedelico.

Durante l'integrazione si andranno ad esplorare i contenuti dell'esperienza e ci sarà bisogno di modelli adatti a descrivere gli stati che si possono provare durante uno psichedelico.

Oggi le terapie psichedeliche sono raggiungibili in alcuni studi promossi da associazioni private e per setting clinici specifici (come il caso della psilocibina nel trattamento della depressione e delle dipendenze).

Abbiamo maggiori conoscenze sulla neuropatologia dei traumi e delle dipendenze, così come sulla neurofisiologia degli psichedelici, e la combinazione di queste acquisizioni sta aprendo nuove e promettenti strade terapeutiche.

Come scrive un giovane ricercatore di uno studio sul trattamento con psilocibina della dipendenza da cocaina presso l'università dell'Alabama

“ l'individio dipendente sa che sta facendo
male a se stesso, alla sua salute, alla sua
carriera, al benessere sociale, ma spesso
non considera il male che fa agli altri.

L'esperienza con la psilocibina fa percepire
il sentimento del "rispetto", l'emozione
umana che promuove il comportamento
altruista, che fa sentire il soggetto parte di
qualcosa di più grande di se stesso.

Promuove la sensazione del "piccolo sè"
che porta l'attenzione dell'individuo
al gruppo.
Con la psilocibina, noi somministriamo il
rispetto con una pillola"

(Hendricks Peter)








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