Dott.ssa
Chiara Calzolari
Psicologa,
frequenta la scuola di formazione ad indirizzo transpersonale per
diventare una psicoterapeuta e da cinque anni si dedica allo studio
degli stati non ordinari di coscienza come ricercatrice indipendente.
STATI
GENERALI DELLA PSICHEDELIA IN ITALIA
(organizzato
da Psycore a Torino , 6/7 Dicembre 2019)
C'è
oggi un interesse rinnovato a livello internazionale
nell'apprendimento di setting di terapie psichedeliche; la
ricerca scientifica sta dimostrando che molte piante e funghi con
effetti "allucinogeni" (termine con cui ci si riferisce in
generale a tutti quei composti naturali che hanno un effetto globale
sulla nostra coscienza e sul nostro modo di percepire la realtà)
hanno un grande potenziale terapeutico.
La
ricerca ha già prodotto molti risultati promettenti per il loro
utilizzo in molte forme del disagio mentale, e anche su soggetti
sani.
A
mio avviso la loro introduzione porterebbe con sè delle revisioni
radicali della nostra comprensione della coscienza e della psyche
umana, sia in salute che in malattia.
Le
seguenti categiorie di studio dovrebbero essere fortemente riviste;
la comprensione e l'origine dei disturbi emotivi e psicosomatici, il
ruolo della spiritualità nella vita umana, le nuove strategie di
psicoterapie e di auto esplorazioni chiamate "esperienziali"
(più efficaci e brevi rispetto alle tradizionali), una nuova
cartografia umana sugli stati non ordinari di coscienza, la natura
della coscienza e la sua relazione con la materia.
Personalmente
credo che la legalizzazione offrirebbe molti vantaggi per la salute
pubblica; potremmo avere maggiore controllo della qualità del
prodotto salvaguardando la salute dei consumatori, sarebbe più
semplice la raccolta di informazione sugli effetti delle varia
sostanze, ed infine si potrebbe aumentare l'educazione all'uso
responsabile.
Scegliere
il proibizionismo significa rinunciare alla salute di coloro che
decidono comunque di consumare e comporta un significativo aumento
del rischio correlato.
Dal
sito del Governo i dati del 2017 riguardo le politiche antidroghe,
oggi sappiamo che la ricerca delle sostanze è un comportamento in
aumento sopratutto tra i giovani studenti (il 25,9 % ammette di aver
utilizzato almeno una droga nel corso del 2016, nella popolazione
generale è un fenomeno che riguarda il 10,3 %). Nel
2017 sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria 35.190
persone per reati in violazione del DPR n. 309/1990, parliamo del
70% di tutte le denunce. La popolazione carceraria è costituita per
un terzo (32,7%) da detenuti per reati di produzione, traffico e
detenzione di sostanze stupefacenti art. 73 DPR n. 309/1990
.
In
molti stati dell'unione stiamo assistendo alla decriminalizzazione
della canapa, o ad una decriminalizzazione totale delle sostanze
(come in Portogallo dal 2001), mettendo fine alle persecuzioni sui
consumatori, riconosciuti come persone bisognose di aiuto e non come
criminali.
In
Italia l'ultima Conferenza Nazionale governativa è stata nel 2009.
L'unico passo in avanti verso la legalizzazione a cui abbiamo
assistito è stato nei riguardi del composto CBD della canapa, mentre
il THC (il composto con le maggiori proprietà terapeutiche) resta
illegale, se non per uso medico in caso di malattia conclamata. I
diversi governi che si sono succeduti, hanno accuratamente evitato
non solo la convocazione prevista per legge ogni tre anni, ma tutto
il tema delle politiche sulle droghe. Questo avviene solo quando si
vuole promuovere allarme mediatico e sociale, come nel caso della
proposta di legge di Salvini che ha portato ad un alteriore
inasprimento delle pene per il piccolo spaccio. La realtà dei
servizi è ferma al modello degli anni '90 ; dalla stessa relazione
governativa si evince che attualmente vengono intercettati solo l'1%
delle persone che in Italia usano droghe, e, una volta intercettati,
il mandato istituzionale "forzato" è quello di produrre
malati cronici in trattamento a vita (per quanto riguarda gli
utilizzatori di droghe come cocaina, alcool o eroina), oppure giovani
costretti ad intraprendere una carriera carceraria solo per aver
utilizzato, coltivato o venduto cannabis.
L'uso
della cannabis nella terapia del dolore, ha già dimostrato prove
cliniche d'efficenza, sopratutto per diverse malattie a carico del
sistema nervoso, come l'epilessia, la sclerosi multipla e il
parkinson. Molte ricerche scientifiche lo stanno confermando ed è
per questo che stiamo assistendo ad una graduale regolamentazione
mondiale.
Le
sostanze stupefacenti (sostanze farmacologicamente attive capaci di
alterare l'attività mentale e di indurre, in diverso grado, fenomeni
di tolleranza e dipendenza) non vengono definite in base ai loro
effetti, ma in base al fatto che siano contenute in un elenco che
viene periodicamente aggiornato dal ministero della sanità.
Nel
primo elenco ci sono contenute 4 tabelle con indicate le principali
droghe narcotiche e stimolanti. Nella tabella 1, quella che proibisce
e penalizza l'utilizzo e restringe la possibilità di fare ricerca
clinica, sono inseriti la maggior parte degli psichedelici
conosciuti.
Nel
secondo sono contenute le sostanze stupefacenti regolamentate e
vendibili sotto precrizione medica, alcuni per i quali sono stati
accertati concreti pericoli di induzione di grave dipendenza fisica o
psichica o entrambe (come nel caso delle benzodiazepine e dei
barbiturici).
Pare
assurdo che gli psichedelici siano considerati ancora in tabella 1
(quindi sostanze su cui non è possibile neanche la ricerca clinica e
sperimentale), mentre sostanze anche potenzialmente additive come le
benzodiazepine sono nelle tabelle dei farmaci regolamentati.
Appare
ancora più assurdo se consideriamo che il NIDA, l'organo
statunitense preposto al controllo delle droghe, non considera gli
psichedelici, che hanno un effetto principalmente sul sistema
serotoninergico, sostanze d'abuso; in quanto è dimostrato che non
producono comportamenti compulsivi nella ricerca della sostanza, e
che anzi nell'impiego clinico hanno dimostrato avere come effetto la
riduzione del comportamento di dipendenza.
Gli
psichedelici sono sostanze in grado di condizionare moltissimo
l'intera visione della propria vita; qui uso il termine
"psichedelico" in modo generico per indicare l'intero
spettro di naturali e sintetici che alterano lo stato di coscienza
(Ayahuasca, dmt, lsd, psilocibina, MDMA e mescalina).
Con
la crescente conoscenza della natura e delle dinamiche dei disturbi
emotivi e psicosomatici, si è arrivati alla comprensione che questi
disturbi affondano le loro radici nelle profondità dell'inconscio
dei pazienti e che hanno una molteplicità di cause sia
psicodinamiche che sociali, culturali, relazionali e spirituali, e
che quindi la loro guarigione richiede un'approccio integrato.
I
disturbi emotivi risultano in forte aumento in tutto il mondo, tanto
che l'oms ha lanciato uno stato di emegenza segnalando che il 4,4 %
della popolazione mondiale soffre di depressione (circa 350 milione
di persone).
Una
psicoterapia sistematica, come la psicoanalisi o altre forme con
approccio analitico, sono procedure molto costose e che richiedono
molto tempo.
Date
le circostanze, ovvero l'aumento dei disagi mentali e la necessità
di aprire le cure a più persone, si è investito molto nello
sviluppo di metodi che possano velocizzare e intensificare il
processo psicoterapeutico.
Un
ramo della ricerca molto promettente è proprio l'uso di agenti
chimici come supporto alla psicoterapia.
Un'altra
grande innovazione riguarda le nuove tecniche psicoterapeutiche
esperienziali, la Gestalt di Fritz Perls, la Bioenergetica di Lowen,
la Biotransenergetica nella corrente transpersonale...
Claudio
Naranjo è stato uno dei pionieri in entrambe e ha fatto esperimenti
con più di 30 composti (psichedelici e derivati delle anfetamine)
come supporto alla psicoterapia.
Un
altro ricercatore di fama internazionale è Stanislav Grof che ha
dedicato la sua vita alla ricerca sugli stati non ordinari di
coscienza.
Sulla
base delle sue osservazioni egli trasse le seguenti conclusioni:
"durante gli anni del
mio lavoro clinico con i farmaci psichedelici è diventato sempre più
ovvio che nè la natura dell'esperienza con LSD, nè le numerose
osservazioni fatte, nel corso della terapia psichedelica, possono
essere spiegate .. con l'approccio meccanicistico dell'universo e ..
con modelli neurofisiologici esistenti nel cervello.
Dopo anni .. ho concluso che
i dati con la ricerca con lsd indicano l'urgente necessità di
rivedere .. i paradigmi
correnti della psicologia,
psichiatria, medicina ed eventualmente della scienza in generale.
La nostra concezione ..
della natura della realtà e .. degli esseri umani, è ad oggi molto
superficiale, non corretta e incompleta."
Stanislav Grof
Psichiatria
e psicologia dovrebbero rimettere tra i loro interessi gli stati di
coscienza, e questo coinvolge anche la natura e l'origine della
spiritualità.
Senza
questi cambiamenti radicali nel modo di pensare, continueremo a
dignosticare come psicotiche quelle esperienze che hanno in sè un
forte potenziale terapeutico e che Grof definisce come "emergenze
spirituali".
Fenomeni
come la globalizzazione di cerimonie sacre, sono in forte espansione
sociale.
La
creazione di una nuova "scienza sulle droghe" da insegnare
ai giovani e la formazione di professionisti, potrebbe portare ad un
futuro di terapie psichedeliche.
Oggi
le esperienze psichedeliche che si possono fare in Italia sono legate
all'utilizzo dell'Ayahuasca e sono in mano a gruppi spesso solo
interessati al business e possono fare anche gravi danni alla salute
dei partecipanti.
I
processi psichedelici possono essere gestiti solo da sitter esperti
ad accompagnare stati non ordinari di coscienza.
La
presenza di una guida preparata fa una netta differenza nel
determinare se un'esperienza porterà beneficio o no, e quest'aspetto
sottolinea la differenza tra gli psichedelici e altri farmaci.
Per
consolidare i cambiamenti avvenuti durante una sessione psichedelica,
è necessaria la fase di integrazione dell'esperienza.
È
importante creare una relazione calda di accoglienza e fiducia con il
viaggiatore psichedelico.
Durante
l'integrazione si andranno ad esplorare i contenuti dell'esperienza e
ci sarà bisogno di modelli adatti a descrivere gli stati che si
possono provare durante uno psichedelico.
Oggi
le terapie psichedeliche sono raggiungibili in alcuni studi promossi
da associazioni private e per setting clinici specifici (come il caso
della psilocibina nel trattamento della depressione e delle
dipendenze).
Abbiamo
maggiori conoscenze sulla neuropatologia dei traumi e delle
dipendenze, così come sulla neurofisiologia degli psichedelici, e la
combinazione di queste acquisizioni sta aprendo nuove e promettenti
strade terapeutiche.
Come
scrive un giovane ricercatore di uno studio sul trattamento con
psilocibina della dipendenza da cocaina presso l'università
dell'Alabama
“ l'individio dipendente
sa che sta facendo
male a se stesso, alla sua
salute, alla sua
carriera, al benessere
sociale, ma spesso
non considera il male che fa
agli altri.
L'esperienza con la
psilocibina fa percepire
il sentimento del
"rispetto", l'emozione
umana che promuove il
comportamento
altruista, che fa sentire il
soggetto parte di
qualcosa di più grande di
se stesso.
Promuove la sensazione del
"piccolo sè"
che porta l'attenzione
dell'individuo
al gruppo.
Con la psilocibina, noi
somministriamo il
rispetto con una pillola"
(Hendricks
Peter)
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