MysticNature
Espansioni di coscienza e pacifica dissidenza
sabato 16 maggio 2020
CURARSI CON LE PIANTE, UN NOSTRO DIRITTO
Biotransenergetica: un atto d'amore tra tradizioni antiche e Scienze moderne
Il termine "transpersonale", applicato alla psicologia, sembra essere stato utilizzato per la prima volta da Roberto Assagioli, il creatore della psicosintesi, ed in seguito da Carl Jung, e sta ad indicare quelle aree della realtà psichica che si estendono oltre l'identificazione con la personalità individuale. La psicologia transpersonale pertanto è quell'approccio psicologico che si occupa dello studio e della cultura della spiritualità e delle esperienze spirituali in un contesto psicologico.
Tale metodo cominciò ad affermarsi nel campo della psicologia intorno agli anni sessanta, a partire dall'opera di A. Maslow, il quale per primo mise l'accento su una psicologia “evolutiva” che considerasse lo “sviluppo delle potenzialità”, “la soddisfazione graduale dei bisogni”, la relazione “tra persona e persona” nel rapporto terapeutico, l'esperienza mistica, come momenti fondanti di un percorso di auto-realizzazione.
La prima associazione di psicologia transpersonale fu fondata negli Stati Uniti nel 1969 ad opera di personalità quali: Charlotte Buhler, Abraham Maslow, Alan Watts, Arthur Koestler, Viktor Frankl. Venne pubblicata una rivista, The Journal of Transpersonal Psychology, fondata da Antony J. Sutich alla quale collaborano tutti i maggiori esponenti americani del movimento transpersonale quali: Ken Wilber, Stan Grof, Stanley Krippner, Lawrence Le Shan, Michael Murphy, Charles T. Tart, Frances E. Vaughan e altri.
In Italia l'approccio umanistico e transpersonale trova un'elaborazione nelle opere di Gianluca Magi, L. Boggio Gilot, P.L. Lattuada, A. De Luca, Filippo Falzoni Gallerani.
Pier Luigi Lattuada ha elaborato una metodologia all'interno della psicologia transpersonale: la biotransenergetica.
La BTE propone una metodologia fondata sull'esperienza interiore e l'esplorazione delle dimensioni della coscienza con l'intento di realizzare la consapevolezza che si svela oltre i processi di pensiero della mente ordinaria; un modello terapeutico olistico e transpersonale orientato alla realizzazione del sé, in grado di intervenire con efficacia nei processi di guarigione.
1.1. Il Corpus
La BTE, inserendosi nel campo della psicologia transpersonale, fornisce un modello operativo psico-spirituale ed una metodologia clinica olistica in grado di intervenire con efficacia nei processi di guarigione.
Il Corpus della BTE comprende un insieme di pratiche “che consentono di operare sulle dimensioni più elevate della coscienza dell'individuo, favorendo l’ampliamento della sua consapevolezza e la sua realizzazione spirituale. A queste affianca un modello teorico fondato sulle antiche tradizioni spirituali e sulle più avanzate teorie sistemiche e dell’informazione fornendo una mappa cognitiva per comprendere ed integrare l’esperienza interiore nella navigazione dell’oceano della coscienza. Propone inoltre una metodologia clinica specifica per la risoluzione dei conflitti emotivi e le dinamiche relazionali, oltre che pratiche di benessere, di auto-guarigione e di cura efficaci sul piano fisico come su quello energetico.
1.2. Alcune caratteristiche essenziali
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Seguendo una visione transpersonale e spirituale la BTE considera l’ importanza di forze immanenti e trascendenti, appartenenti cioè sia al mondo della natura che a quello della coscienza. Forze archetipiche responsabili di ogni dinamica psicologica, di ogni manifestazione del vivente, dei processi patologici come dei processi di guarigione.
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Condivide con le antiche medicine tradizionali e le moderne terapie psicocorporee la concezione del mondo e degli individui in termini di processi energetici.
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Condivide la visione scientifica basata sulla ricerca sugli stati di coscienza e le teorie delle antiche tradizioni spirituali basate sulla meditazione.
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E’ fondata su un preciso modello teorico e su un’articolata metodologia, consolidata da un'ampia e approfondita pratica clinica .
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Propone una metodologia integrale di psicoterapia che lavora sui livelli corporei, energetici, emozionali, mentali e spirituali di una persona.
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La psiche per la BTE, in accordo con la visione classica platonica, esprime la totalità dell’individuo, essa è:
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E’ basata sul presupposto che non esiste una divisione di base tra i cinque livelli sopraccitati, e dunque gli stati psicologici riflettono e producono quanto accade sui livelli emotivo, mentale e spirituale, e che ciò che si riscontra a livello fisico/energetico riflette e determina parallelamente gli stati mentali ed emozionali.
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La BTE si propone di promuovere l'integrazione consapevole del Corpomente, perciò si focalizza tanto sugli aspetti psicologici che vengono presentati che sulle loro manifestazioni corporee, energetiche e spirituali.
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La tecnologia BTE si avvale di una numerosa serie di pratiche, molte di nuova concezione, altre provenienti da antiche tradizioni originarie.
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Si tratta di pratiche di trasformazione della coscienza che utilizzano il corpo (esercizi psicofisici, danze, meditazioni dinamiche, pratiche energetiche sottili), il respiro (pratiche respiratorie, voce, suoni, canti, mantra, espressione emotiva), la mente (visualizzazioni, viaggi sciamanici, meditazioni, rielaborazione d’immagini archetipiche e di ricordi, espressione verbale), lo spirito (pratiche transpersonali, meditazione, stati non ordinari di coscienza, cerimonie rituali).Esse sono definibili in tre categorie:
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Pratiche di Mindfulness o meditative
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Pratiche propedeutiche o di autoguarigione
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Pratiche terapeutiche
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Intento di ogni pratica è consentire la trasformazione della coscienza, il cambiamento di Transe dei nostri modelli ritmici perché questi raggiungano, all’interno del Corpomente, un maggior grado di unità e armonia. Si tratta in definitiva di creare le condizioni per il benessere psico-fisico-spirituale.
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ESPERIENZE A MEDIAZIONE CORPOREA (Quattro riconoscimenti, Persistenza del Contatto, Arte del Dono di Sé, Apertura Corpomente, Corpo del Sogno)
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Gli interventi relativi alla consapevolezza corporea sono mirati ad assistere il cliente allorchè egli fa l'esperienza del suo corpo. Il punto di attenzione si focalizza sulle aree di tensione muscolare, sulla postura, sulla modalità del respiro e sul modo in cui le tensioni fisiche ed emozionali, i modelli di comportamento e gli stati mentali entrano in relazione tra loro. Metodi che permettono di aumentare la consapevolezza del corpo possono essere suggeriti ed incoraggiati.
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Gli interventi fisici vengono adottati per favorire una maggiore vitalità e movimento del tuo Corpomente. Queste esperienze motorie si possono concentrare su aree del corpo che sono interessate da una tensione muscolare cronica, da cattiva circolazione, da bassi livelli di consapevolezza, da limitate capacità di movimento. L’intento di questi interventi è quello di aumentare l'energia, la carica, la fluidità e le possibilità emotive riducendo la tensione muscolare cronica e le interruzioni ed accrescendo la capacità di movimento e di autoespressione.
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Sembrano esistere due modalità di conoscenza, definite nel corso dei secoli con i termini più svariati. Le chiameremo conoscenza lineare e insight.
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La conoscenza lineare è il prodotto della coscienza razionale o mente duale, definibile più semplicemente come: Mente
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L'insight (letteralmente "vedere dentro") è il prodotto della coscienza olistica o mente unitiva, definibile più semplicemente come: Cuore
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La mente duale altro non è che il modo di funzionare della nostra mente di tutti i giorni.
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La coscienza olistica o mente unitiva è il modo di funzionare dell'essere umano presente a se stesso, in contatto con la propria essenza.
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La BTE vuole insegnare a trascendere e includere la mente duale nello stato di coscienza olistico, unitivo.
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Lo stato di coscienza olistica può consentirela comprensione immediata di ciò che è, l'insight.
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La comprensione raggiunta attraverso l'insight non può essere trasmessa a parole ma solo indicata.
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Coscienza olistica, insight, cuore, esperienza interiore, qualità, condivisione sembrano quindi definirsi come le parole chiave su cui la BTE costruisce il suo percorso terapeutico.
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I risultati connessi al lavoro terapeutico sono del tutto individuali e dipenderanno dal tipo di intervento e dalla natura del processo terapeutico che stai cercando di compiere.
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Come altre forme di terapia, la Biotransenergetica aumenta la consapevolezza e il senso di presenza sia del passato che del presente. Queste procedure servono a riattualizzare memorie, immagini e sensazioni che precedentemente erano inconsapevoli. Possono anche intensificare sentimenti o esperienze emozionali connessi a forti emozioni. Il lavoro sul corpo può ugualmente richiamare l’ attenzione sia su forme di tensioni muscolari esistenti, sia su limitazioni fisiche. Sebbene lo scopo di questa accresciuta consapevolezza sia quello di aiutare a risolvere i conflitti emozionali, durante il trattamento, come per altre forme di psicoterapia, si possono provare sentimenti intensi o di disagio. Il terapeuta si impegna a lavorare con il cliente per comprendere la sua esperienza e aiutarlo a focalizzarla e ad integrarla.
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Il processo terapeutico agendo anche sul secondo quadrante (Io/Tu) può generare un'intensificazione dei sentimenti per gli amici, i genitori, o il terapeuta. Questi sentimenti possono essere sia positivi che negativi e si riferiscono a schemi di legami consolidati emozionalmente vincolanti, così come possono riferirsi a situazioni attuali. La dimensione interpersonale del processo terapeutico è una parte importante della BTE. Curando l'aspetto interpersonale del processo, si possono comprendere meglio schemi relazionali disfunzionali e possono essere raggiunti nuovi e più soddisfacenti modi di entrare in relazione.
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Un percorso di realizzazione del Sé, agendo sul terzo quadrante (Io/Noi), può passare attraverso radicali trasformazioni della propria personalità e della visione del mondo. Questo può comportare passaggi difficili che possono prevedere disagi o sofferenze che richiedono una ristrutturazione cognitiva e un adattamento al nuovo livello di consapevolezza raggiunto, prima di condurre ad uno stabile stato di benessere psico-spirituale.
giovedì 14 maggio 2020
Un esperimento con la psilocibina
Nelle antiche cronistorie si accennava all'abitudine degli Aztechi di bere chocolatl prima dell'assunzione del teonanacatl. Così, per praparare l'atmosfera, la signora Liselotte Junger ci servì del cioccolato caldo. Subito dopo abbandonò i quattro uomini al loro destino.
Ci eravamo riuniti in una sala elegante, con il soffitto in legno scuro, una stufa di maiolica bianca e mobili d'epoca tutt'intorno.
Alle pareti erano appese vecchie incisioni francesi, e un meraviglioso bouquet di tuilipani faceva bella mostra di sè sopra il tavolo. Junger indossava un lungo e ampio caffettano a righe blu scure, che si era portato dall'Egitto; Konzett sfoggiava una toga mandarina vivacemente ricamata; Gelpke ed io ci eravamo messi addosso delle vestaglie. La realtà quotidiana doveva essere tenuta da parte insieme ai suoi capi d'abbigliamento.
Poco prima del tramonto prendemmo 20 milligrammi di psilocibina a testa, il principio attivo del fungo psilocibe usato dai curanderi del Messico. trascorsa un'ora, non notai alcun effetto, mentre i miei compagni erano già immersi nel viaggio. Ero venuto con la speranza di poter richiamare in vita, durante l'inebriamento, certe immagini indimenticabili e ancora presenti nella mia memoria di esperienze fugaci vissute da bambino: un prato di margherite accarezzate da un venticello di inizio estate, un cespuglio di rose nella luce della sera dopo una tempesta di pioggia, gli iris blu che scendevano dal muro della vigna. Quando, alla fine, l'estartto del fungo cominciò a manifestare il suo effetto, affiorarono paesaggi insoliti, ben lontani dalle luminose reminescenze della mia terra d'origine. Parzialmente disorientato, mi inabissai. Stavo attraversando città completamente deserte, di una esotica e tuttavia inanimata sontuosità dai caratteri messicani. In preda alla paura, mi sforzai di rimanere sulla superficie, di mantenere lo sguardo vigile sulla realtà esterna, sulle cose del mondo.
Per un pò ci riuscii. Vidi un gigantesco Junger, uno stregone potente e vigoroso, andare su e giù per la stanza. Konzett, nella sua lucente vestaglia di seta, pareva un pericoloso clown cinese. Perfino Gelpke comunicava un che di sinistro, di enigmatico nella sua alta e sottile figura.
Con l'intensificarsi dell'inebriamento, tutto divenne acora più insolito, compreso me stesso. Misteriosi, freddi, assurdi vuoti si presentarono, sotto una luce smorta, i luoghi che percorrevo nella mia immaginazione. Quando riaprivo gli occhi e tentavo di aggrapparmimal mondo esterno, anch'esso mi appariva spettrale e svuotato di ogni significato. Il vuoto totale minacciava di risucchiarmi nel nulla assoluto. Ricordo che quando Gelpke si avvicinò alla mia poltrona, lo afferrai per un braccio e mi ci attaccai per non precipitare in quel nulla tenebroso. Ero posseduto dal terrore della morte e dal desiderio sconfinato di ritornare alle forme viventi della creazione, alla realtà del mondo degli uomini.
Alla fine rientrai lentamente nellastanza. Vidi e udii il possente stregone dissertare ininterrottamente, a chiara ed alta voce, di Schopenhauer, Kant, Hegel e raccontare dell'antica, piccola madre Gea. Anche Konzett e Gelpke avevano fatto ritorno sulla terra, su cui con fatica ero riuscito a poggiare il mio piede.
L'accesso al mondo del fungo era stato per me un esame, un confronto diretto con la realtà inanimata e il vuoto. L'esperimento aveva rilevato aspetti diversi da quelli che mi attendevo. Nondimeno, l'incontro con il nulla può bensì considerarsi un beneficio: solo allora l'esitenza delle forme vitali appare più miracolosa.
Era già trascorsa la mezzanotte, quando ci riunimmo alla tavola che lapadrona di casa aveva imbandito al piano superiore. Festeggiammo il ritorno con un pasto eccellente e la musica di Mozart. La conversazione si protrasse fin quasi al mattino. Ernst Junger ha descritto questo viaggio in Annaherungen. Drogen und Rausch [avvicinamenti. Droghe e inebriamento], nel capitolo "Ein Pilz Symposion" [un simposio per i funghi]. Quello che segue ne è un estretto:
"Come di consueto,una mezz'ora o fors più trascorse in silenzio. Poi sopraggiunsero i primi segnali: i fiori sopra al tavolo incominciarono a risplendere e ad emettere bagliori. La settimana lavorativa era terminata; là fuori, come ogni sabato, gli uomini addetti alla pulizia delle strade provvedevano alla loro opera.Il fregamento delle scope irrompeva penosamente nella quiete. Questo strascinamento e sfioramento, che di quando in quando si trasformava anche in raschiamento, in colpo, in frastuono e in martellamento, ha origini casuali ed è in pari tempo sintomatico, come uno degli indizi che annunciano una malattia. Molto spesso ha svolto anche un ruolo nella storia dell'esorcismo [...]
Solo adesso il fungo cominciava a manifestarsi: il bouquet primaverile splendeva con più vigore, non era una luce naturale. Le ombre si agitavano negli angoli, quasi cercando di assumere una forma. Ero angosciato e anche intirizzito, nonostante il calore che si propagava dalle piastrelle. Mi distesi sul divano e tirai la coperta sopra la testa. Ogni cosa divenne pelle e fu toccata, anche la retina - là il contatto si trasformò in luce. Questa luce era di molti colori; si dispose in file, che oscillavano dolcemente avanti e indietro, in file di perle di vetro di ingressi orientali. Esse formano delle porte, come quelle che si oltrepassano nel sogno, sipari del desiderio e del pericolo. Il vento le agita come una veste. Cadono dalle cinture delle ballerine, si aprono e si chiudono con un'oscillazione delle anche, e dalle perle uno stillicidio di suoni tra i più delicati soffia ai sensi acuiti. Il tintinnio degli anelli d'argento alle caviglie e ai polsi è già troppo fastidioso. Odora di sudore, di sangue, di tabacco, di crine tagliato, di essenza di rose da due soldi. Chissà cosa succede nelle stalle.
Doveva essere un immenso palazzo, mauritano, non un bel posto. Da quella sala da ballo, fughe di stanze adiacenti conducevano al sottosuolo. E sipari dappertutto, con il loro luccichio, il loro scintillante bagliore radioattivo. E poi uno scintillio di strumenti acuti, con il loro allettamento e il loro richiamo seducente:
"Vuoi venire con me, mio grazioso fanciullo?". Subito cessava, poi di nuovo si ripeteva, più pressante, più invadente che mai, con la certezza di ottenere il consenso.
Apparvero delle forme - collage storici, la vox humana, il richiamo del cuculo. Era forse quella puttana di Santa Lucia con i seni sporgenti dalla finestra? Poi il gioco si frantumò. Salomè danzava; la collana color ambra emetteva luccichii e, oscillando le faceva rizzare i capezzoli. Cosa non si fa per il proprio Giovanni ! [si riferisce al nome popolare usato in Germania per designare il pene e nello stesso tempo, alla testa di San Giovanni Battista che Salomè riceve in premio dal patrigno in cambio di una sua danza] - dannazione, quella era un'indecenza disgustosa che io non avevo pronunciato, era stata bisbigliata attraverso il sipario. I serpi erano luridi, vivi a malapena strisciavano pigramente sopra i tappeti. Erano decorati di frammenti luccicanti. Altri dagli occhi rossi e verdi, spuntarono fuori dal soffitto. La cosa scintillava e sussurrava, sibilava e sfavillava come minuscoli falci durante il sacro raccolto. Poi si acquietò e si avviò di nuovo, più languida e invadente. Mi avevano in pugno. Ora ci capivamo d'un sol colpo.
La signora apparve attraverso il sipario. Era indaffarata e mi passo accanto senza notarmi. Vidi gli stivali con i tacchi rossi. Le giarrettiere comprimevano nel mezzo le cosce voluminose; la carne vi si rigonfiava tutt'intorno. I seni enormi, il delta nero dell'amazzone, pappagalli, piranha, pietre semi-preziose ovunque.
Entrò in cucina - o ci sono ancora dei sotterranei in questo posto? Il luccichio e il bisbiglio, il sibilo e lo scintillio erano un tutt'uno; pareva ora la cosa si concentrasse e si ricongiungesse, impaziente dell'attesa.
Essa si fece calda, insopportabile; gettai via le coperte. La stanza era illuminata appena; il farmacologo se ne stava immobile vicino alla finestra, avvolto nella bianca toga mandarina che avevo indossato poco tempo prima del carnevale di Rottweil. L'orientalista era seduto accanto alla stufa; si lamentava, come se un incubo lo stesse opprimendo. Ne sapevo qualcosa. Era stata solo una spinta, e presto sarebbe rincominciato. Il tempo non era ancora scaduto. Avevo già visto la piccola madre in altre circostanze. Ma persino gli escrementi sono terra, appartengono come l'oro alla materia trasformata. Si deve venire a patti con essi, fintantochè rimangono nelle vicinanze.
Questi erano i funghi della terra. Molta più luce era nascosta nell'oscuro chicco che si stacca dalla spiga, ancor di più nel verde succo delle piante grasse sugli arsi pendii del Messico [...]
Il viaggio era andato storto - forse dovrei parlare al fungo ancora una volta. Ma ecco che il sussurio ricomparve, e così il bagliore e il luccichio - l'esca attirava a sè il pesce. Una volta che sia dato il motivo, esso rimane impresso, come in un rullo - a ogni nuova spinta, a ogni nuovo giro si ripete la melodia. Il gioco non andò oltre questa desolazione.
Non sò quante volte si ripetè, e non voglio neppure soffermarmici troppo. Ci sono inoltre delle cose che si preferiesce serbare in segreto. Comunque era trascorsa la mezzanotte [...]
Ci spostammo al piano superiore, dove trovammo la tavola imbandita. I sensi erano tutt'ora acuti e parti: "le porte della percezione". Dal vino rosso nella caraffa tremolava una luce, la schiuma ondeggiava sull'orlo. Ascoltammo un certo flauto. Agli altri non era andata meglio: "Di nuovo tra gli uomini, finalmente. Così Albert Hofmann [...]
L'orientalista invece era stato a Samarcanda, dove Tamerlano riposa in un sarcofago di nefrite. Aveva seguito la marcia trionfale attraverso le città, che offrivano in dono, ai loro ingressi, un recipiente pieno zeppo di bulbi oculari. Era rimasto per lungo tempo a osservare una delle piramidi di teschi che erano state innalzate per incutere terrore nella gente, e nell'ammasso di teste tagliate aveva perino riconosciuto la propria. Era incastonata di pietre.
Dopo aver ascoltato il racconto, il farmacologo si illuminò in volto : "Ecco perchè te ne stavi seduto sulla poltrona senza testa - ero veramente sorpreso; non potevo essermi ingannato."
Mi domando se non sarebbe più opportuno cancellare questo dettaglio; ha tutti i requisiti di un racconto di fantasmi."
L'estratto del fungo, a quanto pare, non ci aveva trasportato verso le vette luminose, bensì negli abissi più profondi. Sembra che nella maggior part dei casi l'inebriamento da psilocibina sia caratterizzato da tonalità più oscure di quelle manifestate dall'azione del LSD. L'effetto delle due sostanze varia comunque da un individuo ad un altro. Personalmente, avevo riscontrato una luce maggiore negli esperimenti con LSD che non in quelli con i funghi della terra, come anche viene riferito da Ernst Junger nei suoi testi.
venerdì 1 maggio 2020
Stati generali della psichedelia, conferenza psycore Torino
A Torino il 6 e 7 dicembre scorsi, nel silenzio assordante della stampa nazionale (che ho il piacere di rompere con questo articolo), si sono svolti i primi Stati Generali della Psichedelia in Italia. L’evento, organizzato dal Centro Cultura Contemporanea di Torino e coordinato da Alessandro Novazio, intendeva fare il punto sullo stato delle ricerche riguardo alle molecole psicotrope (notevole in ambito internazionale, del resto la vocazione del tema è eminentemente globale) e mettere in contatto quanti in Italia si occupano a vario titolo di questi temi, anche perché raramente – dopo decenni di forzato underground, che hanno confinato simili interessi in ambiti estremamente liminali – ne avevano avuto occasione, nonostante il notevole lavoro svolto su questi temi sin dal 1990 dalla Sissc (la Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza).
Circa i potenziali usi terapeutici delle sostanze psichedeliche è intervenuta anche la psicologa e ricercatrice Tania Re, che nel suo intervento ha fornito una carrellata dello stato dell’arte delle ricerche sull’impiego di psichedelici nell’ambito del trattamento del Post Traumatic Stress Disorder e delle dipendenze, concentrandosi sui risultati conseguiti al riguardo dalle terapie con MDMA e cannabis.
Di ayahuasca si è occupata anche la psicologa Annalisa Valeri, che ha parlato del decotto amazzonico come di “oggetto attivo”, un concetto di recente formulazione che si riferisce a quegli oggetti – sia materiali che immateriali – che in una determinata cultura di riferimento sono capaci di produrre degli effetti concreti e reali sugli individui (esemplificando efficacemente il concetto tramite l’esempio dello smartphone).
Ancora sull’ayahuasca è intervenuto l’economista Walter Menozzi, che ha illustrato l’espansione europea del Santo Daime, ovvero la pratica religiosa sincretica fondata negli anni Trenta nello stato amazzonico dell’Acre.
Ha fornito “Cenni storici sulle proibizioni imposte alle sostanze stupefacenti, psicotrope e psichedeliche” anche il politico di area radicale Marco Perduca, che ha sottolineato come le convenzioni e i trattati internazionali che hanno nel corso del tempo ristretto la possibilità di ricerca su piante e sostanze dal potenziale curativo ma ritenute pericolose se prodotte, commerciate o utilizzate al di fuori di un contesto terapeutico, siano state frutto di decisioni internazionali che hanno sempre avuto un'origine politica. Origine da tenere presente sia in fase di ricostruzione storica, che valutando il contesto attuale, che sembra iniziare a mutare in alcune zone del mondo, paradossalmente proprio quelle da sempre meno aperte alla riforma.
La psicologa Chiara Calzolari, forte dei risultati positivi della pratica psicoterapeutica supportata da terapia psichedelica, ha insistito sul nostro diritto di curarci con le piante, sottolineando come “siamo al confine di un periodo storico in cui possiamo sostituire l’era del proibizionismo con nuove frontiere di terapie psichedeliche”
Idealmente si collega al suo il discorso di Roberto Landolfi, ovvero il DJ. Fog Loonely Moon, uno degli organizzatori del WAO festival, che ha parlato della scena internazionale della Psytrance, dal privilegiato punto di vista conferitogli dall’essere tra gli organizzatori di uno dei principali festival italiani, eventi in cui la dimensione del baccanale dionisiaco torna a vivere sorretta da una tecnologia avanzata nel frattempo di duemila-cinquecento anni.
Giovanni Ceccanti ci invita invece sul terreno della mistica con un intervento che collega l’esperienza mistica psichedelica alla mistica speculativa della tradizione cristiana.
giovedì 6 giugno 2019
Seekers After Truth
Scuola SAT Claudio Naranjo
Il SAT è un programma di formazione olistica per lo sviluppo personale e professionale, un percorso di crescita e di autoconoscenza, ideato da Claudio Naranjo negli anni ’70 e da lui stesso coordinato in diversi paesi europei e latinoamericani. Si articola in cinque moduli annuali residenziali di durata variabile (da 6 a 10 giorni), che in Italia si svolgono in autunno nel borgo umbro di Titignano, tra Orvieto e Todi.SAT è l’acronimo di Seekers After Truth (cercatori di verita). Ma il termine “sat” significa anche, in sanscrito, verità ed essere, ed è un simbolo fonetico che richiama la visione trinitaria del filosofo Totila Albert, fondata sull’armonia delle tre dimensioni interiori dell’essere umano (padre, madre, figlio) riflesso di principi cosmici, e i tre centri – intellettivo, emozionale e istintuale – teorizzati da Gurdjieff.
Il SAT è un processo psico-spirituale che abbraccia sia l’aspetto contemplativo, sia quello esistenziale. Ne fanno parte integrante, come strumenti di indagine della coscienza, la pratica della meditazione, l’attenzione al presente, la quiete interiore, e la contemplazione. È un percorso di autoconoscenza per emanciparsi dai condizionamenti della personalità e disidentificarsi dall’ego. Può essere considerata una “scuola di amore” per la formazione di persone che operano per il cambiamento, capaci di aiutare se stessi e gli altri in un modo personale e creativo, un luogo dove si apprende ad essere più umani e più veri.
Un aspetto rilevante del processo è la liberazione della spontaneità e dell’autenticità per favorire l’emergere di una coscienza sottile.
“Ho concepito il programma SAT principalmente perché le persone possano apprendere a lavorare su se stesse in un contesto di aiuto reciproco. E’ possibile conoscere se stessi, prendersi cura di sé e crescere in modi molto diversi – attraverso l’amore empatico, la devozione, l’attenzione, l’autenticità, la libertà, la pace e il non attaccamento. In tutte le dimensioni della crescita è rilevante il contesto di mutuo aiuto, poiché è aiutando l’altro che si aiuta sé stessi”.
Claudio Naranjo
Il processo prevede un ricco repertorio di pratiche, a partire dal lavoro di ricerca sul proprio carattere secondo la teoria dell’Enneagramma, insieme a un viaggio interiore nei sentimenti, ricordi e relazioni lungo lo sviluppo della propria esistenza. Altri aspetti del programma sono il teatro terapeutico, il movimento spontaneo, la consapevolezza sensoriale e l’attenzione a se stessi. Un cammino verso la liberazione dagli automatismi e l’umanizzazione dell’individuo e delle relazioni.
Il programma SAT ha avuto successo in molte parti del mondo, e la sua influenza sulle comunità dei terapeuti Gestalt spagnoli, italiani e sudamericani è stata considerevole. Fin dall’inizio dei programmi SAT hanno fatto parte dello staff per la supervisione terapeutica alcuni dei più famosi terapeuti Gestalt del mondo.
In questo percorso di grande profondità, si utilizzano diverse tecniche provenienti da tradizioni antiche. Nel primo ciclo si inizia a conoscere ed utilizzare l'enneagramma. L'Enneagramma (dal greco ennea, nove, e gramma, disegno) è un simbolo geometrico usato in ambito psicologico ed esoterico.
Durante una settimana abbiamo imparato a riconoscere e a "giocare" con la nostra personalità. Le tecniche utilizzate variano dalla meditazione interpersonale (ovvero meditare prima ad occhi chiusi focalizzandosi sul proprio corpo e il proprio respiro e in un secondo tempo avvicinarsi allo sguardo di una persona posta davanti e fissarla, cercando di mantenere la propria centratura), al movimento spontaneo e tecniche vicine allo psicodramma.
L'Enneagramma dei tipi psicologici è una "mappa" che descrive nove tipi di personalità - al di là di tutte le possibili differenze individuali - e i rapporti tra loro, e che consente di individuare le tendenze principali di carattere, visioni del mondo e attitudini, nonché le più probabili ipotesi evolutive, permettendo di accrescere le proprie possibilità di auto-comprensione e di trasformazione interiore, con i propri punti di forza e le proprie aree di miglioramento.
Ogni personalità rappresenta la cristallizzazione e l'irrigidimento delle difese infantili nel processo di adattamento precoce con l'ambiente e si struttura attorno a un nucleo emozionale ("passione" dominante), un nucleo cognitivo ("fissazione" dominante) e un nucleo che riguarda la sfera degli istinti che regolano l'attività umana (istinto di conservazione, sociale e sessuale).
Più che una mera classificazione, l'enneagramma è un modello dinamico in cui ogni enneatipo racchiude le potenzialità di tutti gli altri, anche se per ogni persona è riscontrabile un'identificazione più forte con un certo tipo. È importante sottolineare che non esiste un enneatipo migliore di un altro, o più fortunato in termini di risorse personali: nella dinamica dell'enneagramma sono tutti ricchi di potenzialità e, a seconda della propria evoluzione o involuzione, tendono verso un certo tipo di positività o di negatività caratteristiche.
Le nove personalità individuate dalla mappa sono correlate secondo uno schema - presente appunto già in Gurdjieff - che viene raffigurato con una stella a nove punte e che esprime il rapporto fra le due leggi fondamentali del 3 e del 7. Applicato alla condizione umana, il triangolo interno che collega i punti 3-6-9 rappresenta le tre "preoccupazioni" mentali principali: l'immagine (3), la paura (6), e l'autoesclusione (9), cui corrispondono altrettante emozioni. Mentre gli altri sei punti della stella (1-4-2-8-5-7), collegati fra loro da linee interne, corrispondono ad altre "fissazioni" ed emozioni.
I nove enneatipi sono raggruppati sulla base di tre Centri, dell'Istinto, dell'Emozione e della Razionalità. Al di là delle differenze legate alle singole passioni e fissazioni, c'è una tendenza di fondo nella visione del mondo e nel percepire la realtà che distingue i tre gruppi: il Centro dell'Istinto, in alto sulla circonferenza, funziona sulla base di impulsi naturali e a esso appartengono gli enneatipi 8, 9 e 1. Gli appartenenti a questo centro tendono a seguire l'istinto e l'abitudine e agiscono impulsivamente, spesso in reazione a uno stimolo esterno; tendono a essere più rivolti all'azione e la loro intuizione è basata sul corpo. Il Centro dell'emozione, a destra sulla circonferenza, funziona sulla base dei sentimenti e dei rapporti con le altre persone, e vi appartengono gli enneatipi 2, 3 e 4, che tendono a essere più in contatto con i propri sentimenti e la cui intuizione è basata sull'emozione. Le personalità di questo centro dipendono molto dal riconoscimento degli altri e danno molta importanza all'immagine e alla relazione. Infine, il Centro della razionalità, a sinistra della circonferenza, funziona sulla base del pensiero, dello studio e della riflessione, e ne fanno parte gli enneatipi 5, 6 e 7, che tendono a privilegiare la ragione e la cui intuizione è basata sulla mente. La paura fa da sfondo a tutti e tre i tipi razionali, la tristezza e il bisogno di riconoscimento ai tre emotivi, la rabbia ai tre istintivi.
Le ali sono gli enneatipi posti sulla circonferenza a lato di ogni enneatipo (per esempio il 9 e il 2 rispetto all'1). Possono influenzare le caratteristiche del tipo base. Le frecce costituiscono le direzioni delle linee che collegano i vati enneatipi fra loro. Alcuni autori sottolineano la differenza delle due direzioni, una che "va verso" l'enneatipo in esame e rappresenta le risorse che permettono all'enneatipo stesso di evolvere; e l'altra che "parte da" l'enneatipo in esame, e costituisce la direzione di stress, tendenzialmente "involutiva" rispetto all'altra. Per altri autori invece entrambe le frecce possono indicare momenti di evoluzione o di involuzione, in fasi e circostanze diverse dell'esistenza.
Claudio Naranjo, utilizzando l'Enneagramma dei tipi psicologici nel Programma SAT di crescita personale da lui creato, propone una mappa ancora più complessa, dato che per ogni enneatipo è possibile individuare tre sottotipi a seconda dell'ambito in cui ognuno si muove prevalentemente o che ritiene più importante (quello della sopravvivenza per il conservativo; quello del rapporto di coppia per il sessuale; quello del rapporto con gli altri in generale per il sociale), arrivando a un ventaglio di 27 enneatipi.
sabato 21 luglio 2018
Ipnosi collettiva
Solo da ipnotizzati potremmo inveire discorsi sugli immigrati, senza renderci conto della palese realtà ovvero che questa gente è fuggita da guerre che noi stessi stiamo contribuendo a finanziare anche aprendo un conto nella banca vicina a casa. E mentre pagliacci ci comandano, a me fa male lo stomaco e mi sento una fitta al fegato. E mafie creano regni del terrore dove vige solo la legge del più forte; bambini affogano presi dalla forza di un'onda, muoiono; nello stesso tempo qualcuno litiga per uno stupido diverbio. E pare chiaro come è con i nostri gesti quotidiani, è così che stiamo al gioco dei più forti e con la nostra inconsapevolezza creiamo la realtà che leggiamo tutti i giorni sul giornale o alla televisione. Stiamo così assistendo ad una lenta degenerazipne dei più semplici valori che ci rendono più simili alle bestie che a ciò che è umano. Siamo portatori sani di traumi emotivi che ci rendono più fragili e più facili prede del controllo mentale e dei condizionamenti. I nostri stessi cartoni animati, a cui abbiamo dedicato ore della nostra infanzia, sono avvelenati, stregati, ci hanno programmati ad una sessualità condizionata. Come cani di Pavlov ci muoviamo nella realtà e ci troviamo preda dei nostri stessi vizi e agiamo fuori dal nostro controllo.
Ci chiediamo, a esempio, da dove derivano tutte le materie prime della nostra tecnologia?? Ce lo chiediamo quando desideriamo un nuovo cellulare chi è che sta pagando il costo più alto dello schiavismo africano? E lo sfruttamento della Terra quando compriamo le nostre merendine Mulino Bianco preferite? Dovremmo porci tutti alla realtà con maggior senso di responsabilità e forse le Banche, insieme alle multinazionali, non sarebbero i capi supremi, formando una reale oligarchia in cui tutto il capitale è nelle mani di pochissime persone che riescono a governare con facilità attravreso un pieno controllo delle menti basato sullo schiavismo e la dipendenza.
Come possiamo facilmente notare, non siamo poi così cambiati dai tempi degli antichi egizi, laddove erigevano piramidi, noi adesso erigiamo grattacieli, solo che adesso stiamo mettendo in reale pericolo l'equilibrio terrestre... per cui, dobbiamo fermarci prima che sia troppo tardi.
Se non fossimo impegnati tutto il giorno, come faremmo a permettere che solo qualche decina di persone al massimo, stanno governando su oltre sei miliardi? E che di questi, circa i tre quarti devono ancora combattere con malattie che sono state debellate secoli fa , se non morire di fame...