sabato 16 maggio 2020

CURARSI CON LE PIANTE, UN NOSTRO DIRITTO


Dott.ssa Chiara Calzolari
Psicologa, frequenta la scuola di formazione ad indirizzo transpersonale per diventare una psicoterapeuta e da cinque anni si dedica allo studio degli stati non ordinari di coscienza come ricercatrice indipendente.

STATI GENERALI DELLA PSICHEDELIA IN ITALIA
(organizzato da Psycore a Torino , 6/7 Dicembre 2019)

C'è oggi un interesse rinnovato a livello internazionale nell'apprendimento di setting di terapie psichedeliche; la ricerca scientifica sta dimostrando che molte piante e funghi con effetti "allucinogeni" (termine con cui ci si riferisce in generale a tutti quei composti naturali che hanno un effetto globale sulla nostra coscienza e sul nostro modo di percepire la realtà) hanno un grande potenziale terapeutico.

La ricerca ha già prodotto molti risultati promettenti per il loro utilizzo in molte forme del disagio mentale, e anche su soggetti sani.

A mio avviso la loro introduzione porterebbe con sè delle revisioni radicali della nostra comprensione della coscienza e della psyche umana, sia in salute che in malattia.

Le seguenti categiorie di studio dovrebbero essere fortemente riviste; la comprensione e l'origine dei disturbi emotivi e psicosomatici, il ruolo della spiritualità nella vita umana, le nuove strategie di psicoterapie e di auto esplorazioni chiamate "esperienziali" (più efficaci e brevi rispetto alle tradizionali), una nuova cartografia umana sugli stati non ordinari di coscienza, la natura della coscienza e la sua relazione con la materia.

Personalmente credo che la legalizzazione offrirebbe molti vantaggi per la salute pubblica; potremmo avere maggiore controllo della qualità del prodotto salvaguardando la salute dei consumatori, sarebbe più semplice la raccolta di informazione sugli effetti delle varia sostanze, ed infine si potrebbe aumentare l'educazione all'uso responsabile.

Scegliere il proibizionismo significa rinunciare alla salute di coloro che decidono comunque di consumare e comporta un significativo aumento del rischio correlato.


Dal sito del Governo i dati del 2017 riguardo le politiche antidroghe, oggi sappiamo che la ricerca delle sostanze è un comportamento in aumento sopratutto tra i giovani studenti (il 25,9 % ammette di aver utilizzato almeno una droga nel corso del 2016, nella popolazione generale è un fenomeno che riguarda il 10,3 %). Nel 2017 sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria 35.190 persone per reati in violazione del DPR n. 309/1990, parliamo del 70% di tutte le denunce. La popolazione carceraria è costituita per un terzo (32,7%) da detenuti per reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti art. 73 DPR n. 309/1990 .

In molti stati dell'unione stiamo assistendo alla decriminalizzazione della canapa, o ad una decriminalizzazione totale delle sostanze (come in Portogallo dal 2001), mettendo fine alle persecuzioni sui consumatori, riconosciuti come persone bisognose di aiuto e non come criminali.

In Italia l'ultima Conferenza Nazionale governativa è stata nel 2009. L'unico passo in avanti verso la legalizzazione a cui abbiamo assistito è stato nei riguardi del composto CBD della canapa, mentre il THC (il composto con le maggiori proprietà terapeutiche) resta illegale, se non per uso medico in caso di malattia conclamata. I diversi governi che si sono succeduti, hanno accuratamente evitato non solo la convocazione prevista per legge ogni tre anni, ma tutto il tema delle politiche sulle droghe. Questo avviene solo quando si vuole promuovere allarme mediatico e sociale, come nel caso della proposta di legge di Salvini che ha portato ad un alteriore inasprimento delle pene per il piccolo spaccio. La realtà dei servizi è ferma al modello degli anni '90 ; dalla stessa relazione governativa si evince che attualmente vengono intercettati solo l'1% delle persone che in Italia usano droghe, e, una volta intercettati, il mandato istituzionale "forzato" è quello di produrre malati cronici in trattamento a vita (per quanto riguarda gli utilizzatori di droghe come cocaina, alcool o eroina), oppure giovani costretti ad intraprendere una carriera carceraria solo per aver utilizzato, coltivato o venduto cannabis.

L'uso della cannabis nella terapia del dolore, ha già dimostrato prove cliniche d'efficenza, sopratutto per diverse malattie a carico del sistema nervoso, come l'epilessia, la sclerosi multipla e il parkinson. Molte ricerche scientifiche lo stanno confermando ed è per questo che stiamo assistendo ad una graduale regolamentazione mondiale.


Le sostanze stupefacenti (sostanze farmacologicamente attive capaci di alterare l'attività mentale e di indurre, in diverso grado, fenomeni di tolleranza e dipendenza) non vengono definite in base ai loro effetti, ma in base al fatto che siano contenute in un elenco che viene periodicamente aggiornato dal ministero della sanità.

Nel primo elenco ci sono contenute 4 tabelle con indicate le principali droghe narcotiche e stimolanti. Nella tabella 1, quella che proibisce e penalizza l'utilizzo e restringe la possibilità di fare ricerca clinica, sono inseriti la maggior parte degli psichedelici conosciuti.

Nel secondo sono contenute le sostanze stupefacenti regolamentate e vendibili sotto precrizione medica, alcuni per i quali sono stati accertati concreti pericoli di induzione di grave dipendenza fisica o psichica o entrambe (come nel caso delle benzodiazepine e dei barbiturici).

Pare assurdo che gli psichedelici siano considerati ancora in tabella 1 (quindi sostanze su cui non è possibile neanche la ricerca clinica e sperimentale), mentre sostanze anche potenzialmente additive come le benzodiazepine sono nelle tabelle dei farmaci regolamentati.

Appare ancora più assurdo se consideriamo che il NIDA, l'organo statunitense preposto al controllo delle droghe, non considera gli psichedelici, che hanno un effetto principalmente sul sistema serotoninergico, sostanze d'abuso; in quanto è dimostrato che non producono comportamenti compulsivi nella ricerca della sostanza, e che anzi nell'impiego clinico hanno dimostrato avere come effetto la riduzione del comportamento di dipendenza.

Gli psichedelici sono sostanze in grado di condizionare moltissimo l'intera visione della propria vita; qui uso il termine "psichedelico" in modo generico per indicare l'intero spettro di naturali e sintetici che alterano lo stato di coscienza (Ayahuasca, dmt, lsd, psilocibina, MDMA e mescalina).




Con la crescente conoscenza della natura e delle dinamiche dei disturbi emotivi e psicosomatici, si è arrivati alla comprensione che questi disturbi affondano le loro radici nelle profondità dell'inconscio dei pazienti e che hanno una molteplicità di cause sia psicodinamiche che sociali, culturali, relazionali e spirituali, e che quindi la loro guarigione richiede un'approccio integrato.
I disturbi emotivi risultano in forte aumento in tutto il mondo, tanto che l'oms ha lanciato uno stato di emegenza segnalando che il 4,4 % della popolazione mondiale soffre di depressione (circa 350 milione di persone).

Una psicoterapia sistematica, come la psicoanalisi o altre forme con approccio analitico, sono procedure molto costose e che richiedono molto tempo.

Date le circostanze, ovvero l'aumento dei disagi mentali e la necessità di aprire le cure a più persone, si è investito molto nello sviluppo di metodi che possano velocizzare e intensificare il processo psicoterapeutico.

Un ramo della ricerca molto promettente è proprio l'uso di agenti chimici come supporto alla psicoterapia.

Un'altra grande innovazione riguarda le nuove tecniche psicoterapeutiche esperienziali, la Gestalt di Fritz Perls, la Bioenergetica di Lowen, la Biotransenergetica nella corrente transpersonale...

Claudio Naranjo è stato uno dei pionieri in entrambe e ha fatto esperimenti con più di 30 composti (psichedelici e derivati delle anfetamine) come supporto alla psicoterapia.

Un altro ricercatore di fama internazionale è Stanislav Grof che ha dedicato la sua vita alla ricerca sugli stati non ordinari di coscienza.
Sulla base delle sue osservazioni egli trasse le seguenti conclusioni:



"durante gli anni del mio lavoro clinico con i farmaci psichedelici è diventato sempre più ovvio che nè la natura dell'esperienza con LSD, nè le numerose osservazioni fatte, nel corso della terapia psichedelica, possono essere spiegate .. con l'approccio meccanicistico dell'universo e .. con modelli neurofisiologici esistenti nel cervello.

Dopo anni .. ho concluso che i dati con la ricerca con lsd indicano l'urgente necessità di rivedere .. i paradigmi
correnti della psicologia, psichiatria, medicina ed eventualmente della scienza in generale.
La nostra concezione .. della natura della realtà e .. degli esseri umani, è ad oggi molto superficiale, non corretta e incompleta."
Stanislav Grof


Psichiatria e psicologia dovrebbero rimettere tra i loro interessi gli stati di coscienza, e questo coinvolge anche la natura e l'origine della spiritualità.

Senza questi cambiamenti radicali nel modo di pensare, continueremo a dignosticare come psicotiche quelle esperienze che hanno in sè un forte potenziale terapeutico e che Grof definisce come "emergenze spirituali".


Fenomeni come la globalizzazione di cerimonie sacre, sono in forte espansione sociale.

La creazione di una nuova "scienza sulle droghe" da insegnare ai giovani e la formazione di professionisti, potrebbe portare ad un futuro di terapie psichedeliche.

Oggi le esperienze psichedeliche che si possono fare in Italia sono legate all'utilizzo dell'Ayahuasca e sono in mano a gruppi spesso solo interessati al business e possono fare anche gravi danni alla salute dei partecipanti.

I processi psichedelici possono essere gestiti solo da sitter esperti ad accompagnare stati non ordinari di coscienza.

La presenza di una guida preparata fa una netta differenza nel determinare se un'esperienza porterà beneficio o no, e quest'aspetto sottolinea la differenza tra gli psichedelici e altri farmaci.

Per consolidare i cambiamenti avvenuti durante una sessione psichedelica, è necessaria la fase di integrazione dell'esperienza.


È importante creare una relazione calda di accoglienza e fiducia con il viaggiatore psichedelico.

Durante l'integrazione si andranno ad esplorare i contenuti dell'esperienza e ci sarà bisogno di modelli adatti a descrivere gli stati che si possono provare durante uno psichedelico.

Oggi le terapie psichedeliche sono raggiungibili in alcuni studi promossi da associazioni private e per setting clinici specifici (come il caso della psilocibina nel trattamento della depressione e delle dipendenze).

Abbiamo maggiori conoscenze sulla neuropatologia dei traumi e delle dipendenze, così come sulla neurofisiologia degli psichedelici, e la combinazione di queste acquisizioni sta aprendo nuove e promettenti strade terapeutiche.

Come scrive un giovane ricercatore di uno studio sul trattamento con psilocibina della dipendenza da cocaina presso l'università dell'Alabama

“ l'individio dipendente sa che sta facendo
male a se stesso, alla sua salute, alla sua
carriera, al benessere sociale, ma spesso
non considera il male che fa agli altri.

L'esperienza con la psilocibina fa percepire
il sentimento del "rispetto", l'emozione
umana che promuove il comportamento
altruista, che fa sentire il soggetto parte di
qualcosa di più grande di se stesso.

Promuove la sensazione del "piccolo sè"
che porta l'attenzione dell'individuo
al gruppo.
Con la psilocibina, noi somministriamo il
rispetto con una pillola"

(Hendricks Peter)








Biotransenergetica: un atto d'amore tra tradizioni antiche e Scienze moderne

La psicologia transpersonale, è un sottocampo o "scuola" di psicologia che integra gli aspetti spirituali e trascendenti dell'esperienza umana con la struttura della psicologia moderna. È anche possibile definirla come una "psicologia spirituale". Secondo la definizione di Charles Tart, essa opera per la "realizzazione del ", ossia per il risveglio della natura spirituale di ogni individuo e delle sue qualità più genuinamente umane[1].
Il termine "transpersonale", applicato alla psicologia, sembra essere stato utilizzato per la prima volta da Roberto Assagioli, il creatore della psicosintesi, ed in seguito da Carl Jung, e sta ad indicare quelle aree della realtà psichica che si estendono oltre l'identificazione con la personalità individuale. La psicologia transpersonale pertanto è quell'approccio psicologico che si occupa dello studio e della cultura della spiritualità e delle esperienze spirituali in un contesto psicologico.
Tale metodo cominciò ad affermarsi nel campo della psicologia intorno agli anni sessanta, a partire dall'opera di A. Maslow, il quale per primo mise l'accento su una psicologia “evolutiva” che considerasse lo “sviluppo delle potenzialità”, “la soddisfazione graduale dei bisogni”, la relazione “tra persona e persona” nel rapporto terapeutico, l'esperienza mistica, come momenti fondanti di un percorso di auto-realizzazione.
La prima associazione di psicologia transpersonale fu fondata negli Stati Uniti nel 1969 ad opera di personalità quali: Charlotte Buhler, Abraham Maslow, Alan Watts, Arthur Koestler, Viktor Frankl. Venne pubblicata una rivista, The Journal of Transpersonal Psychology, fondata da Antony J. Sutich alla quale collaborano tutti i maggiori esponenti americani del movimento transpersonale quali: Ken Wilber, Stan Grof, Stanley Krippner, Lawrence Le Shan, Michael Murphy, Charles T. Tart, Frances E. Vaughan e altri.
In Italia l'approccio umanistico e transpersonale trova un'elaborazione nelle opere di Gianluca Magi, L. Boggio Gilot, P.L. Lattuada, A. De Luca, Filippo Falzoni Gallerani.
Pier Luigi Lattuada ha elaborato una metodologia all'interno della psicologia transpersonale: la biotransenergetica.

CHE COSA E’ LA BIOTRANSENERGETICA (BTE)?


La BTE propone una metodologia fondata sull'esperienza interiore e l'esplorazione delle dimensioni della coscienza con l'intento di realizzare la consapevolezza che si svela oltre i processi di pensiero della mente ordinaria; un modello terapeutico olistico e transpersonale orientato alla realizzazione del sé, in grado di intervenire con efficacia nei processi di guarigione.

1.1. Il Corpus

La BTE, inserendosi nel campo della psicologia transpersonale, fornisce un modello operativo psico-spirituale ed una metodologia clinica olistica in grado di intervenire con efficacia nei processi di guarigione.

Il Corpus della BTE comprende un insieme di pratiche “che consentono di operare sulle dimensioni più elevate della coscienza dell'individuo, favorendo l’ampliamento della sua consapevolezza e la sua realizzazione spirituale. A queste affianca un modello teorico fondato sulle antiche tradizioni spirituali e sulle più avanzate teorie sistemiche e dell’informazione fornendo una mappa cognitiva per comprendere ed integrare l’esperienza interiore nella navigazione dell’oceano della coscienza. Propone inoltre una metodologia clinica specifica per la risoluzione dei conflitti emotivi e le dinamiche relazionali, oltre che pratiche di benessere, di auto-guarigione e di cura efficaci sul piano fisico come su quello energetico.

1.2. Alcune caratteristiche essenziali

  • Seguendo una visione transpersonale e spirituale la BTE considera l’ importanza di forze immanenti e trascendenti, appartenenti cioè sia al mondo della natura che a quello della coscienza. Forze archetipiche responsabili di ogni dinamica psicologica, di ogni manifestazione del vivente, dei processi patologici come dei processi di guarigione.

  • Condivide con le antiche medicine tradizionali e le moderne terapie psicocorporee la concezione del mondo e degli individui in termini di processi energetici.

  • Condivide la visione scientifica basata sulla ricerca sugli stati di coscienza e le teorie delle antiche tradizioni spirituali basate sulla meditazione.

  • E’ fondata su un preciso modello teorico e su un’articolata metodologia, consolidata da un'ampia e approfondita pratica clinica .

  • Propone una metodologia integrale di psicoterapia che lavora sui livelli corporei, energetici, emozionali, mentali e spirituali di una persona.

  • La psiche per la BTE, in accordo con la visione classica platonica, esprime la totalità dell’individuo, essa è:


Bios: i Corpo e i suoi processi energetici

Pneuma: il respiro e i processi emotovi

Logos: la mente e i suoi processi di pensiero

Autos: l’Io e il senso di identità, la coscienza di sé

Zoé: l’essenza spirituale
  • E’ basata sul presupposto che non esiste una divisione di base tra i cinque livelli sopraccitati, e dunque gli stati psicologici riflettono e producono quanto accade sui livelli emotivo, mentale e spirituale, e che ciò che si riscontra a livello fisico/energetico riflette e determina parallelamente gli stati mentali ed emozionali.
  • La BTE si propone di promuovere l'integrazione consapevole del Corpomente, perciò si focalizza tanto sugli aspetti psicologici che vengono presentati che sulle loro manifestazioni corporee, energetiche e spirituali.

1.3. La Tecnologia BTE
  • La tecnologia BTE si avvale di una numerosa serie di pratiche, molte di nuova concezione, altre provenienti da antiche tradizioni originarie.
  • Si tratta di pratiche di trasformazione della coscienza che utilizzano il corpo (esercizi psicofisici, danze, meditazioni dinamiche, pratiche energetiche sottili), il respiro (pratiche respiratorie, voce, suoni, canti, mantra, espressione emotiva), la mente (visualizzazioni, viaggi sciamanici, meditazioni, rielaborazione d’immagini archetipiche e di ricordi, espressione verbale), lo spirito (pratiche transpersonali, meditazione, stati non ordinari di coscienza, cerimonie rituali).Esse sono definibili in tre categorie:
  1. Pratiche di Mindfulness o meditative
  2. Pratiche propedeutiche o di autoguarigione
  3. Pratiche terapeutiche
  • Intento di ogni pratica è consentire la trasformazione della coscienza, il cambiamento di Transe dei nostri modelli ritmici perché questi raggiungano, all’interno del Corpomente, un maggior grado di unità e armonia. Si tratta in definitiva di creare le condizioni per il benessere psico-fisico-spirituale.

  1. ESPERIENZE A MEDIAZIONE CORPOREA (Quattro riconoscimenti, Persistenza del Contatto, Arte del Dono di Sé, Apertura Corpomente, Corpo del Sogno)
  • Gli interventi relativi alla consapevolezza corporea sono mirati ad assistere il cliente allorchè egli fa l'esperienza del suo corpo. Il punto di attenzione si focalizza sulle aree di tensione muscolare, sulla postura, sulla modalità del respiro e sul modo in cui le tensioni fisiche ed emozionali, i modelli di comportamento e gli stati mentali entrano in relazione tra loro. Metodi che permettono di aumentare la consapevolezza del corpo possono essere suggeriti ed incoraggiati.
  • Gli interventi fisici vengono adottati per favorire una maggiore vitalità e movimento del tuo Corpomente. Queste esperienze motorie si possono concentrare su aree del corpo che sono interessate da una tensione muscolare cronica, da cattiva circolazione, da bassi livelli di consapevolezza, da limitate capacità di movimento. L’intento di questi interventi è quello di aumentare l'energia, la carica, la fluidità e le possibilità emotive riducendo la tensione muscolare cronica e le interruzioni ed accrescendo la capacità di movimento e di autoespressione.

3. ESPRESSIONE EMOTIVA
Il materiale complesso emotivo a volte è il punto focale del lavoro terapeutico; l'aspetto di esplorazione, comprensione, liberazione, e reintegrazione dei sentimenti attraverso procedimenti che facilitano l'espressione emotiva possono essere una finalità della terapia. Allo scopo di accompagnare la persona nel proprio processo evolutivo, il terapeuta può proporre esperienze guidate nell'ambito dell'espressione emozionale. Al cliente può essere chiesto di partecipare a movimenti corporei, esercizi, ed esperienze che possono approfondire l'espressione emozionale ed aiutarlo a chiarire i propri sentimenti. A loro volta queste esperienze sono concepite per dare sostegno ad una esetesa varietà di sentimenti e possono rendere più profonda la consapevolezza delle proprie emozioni.

4. CONTATTO
In BTE il contatto è usato talvolta come aiuto per incoraggiare la consapevolezza del corpo, per rilasciare le tensioni nelle fasce muscolari cronicamente contratte, per sostenere il cliente durante la liberazione del materiale traumatico relativo al proprio passato, o per assisterlo nei movimenti nuovi che sono al di fuori della gamma più ristretta dei movimenti abituali. Le linee guida per l'uso del contatto comprendono: l’accettazione del contatto da parte del cliente, il rispetto dei suoi confini personali e delle sue preferenze nell'uso del contatto, il rispetto delle direttive sull'uso del contatto come stabilito dal codice deontologico della SIBTE. In nessuna circostanza l'uso del contatto in BTE coinvolgerà aree sessuali del corpo. I terapisti biotransenergetici sono consapevoli che le procedure sopra descritte saranno rispettate. Lo scopo degli interventi sul corpo o delle esperienze motorie devono essere chiaramente spiegate cosicchè risultino esaustive e non deve mai essere compromessa la libertà di scelta del cliente.

5. STATI DI COSCIENZA
La BTE ritiene fondamentale insegnare la padronanza degli stati di coscienza attraverso pratiche propedeutiche all’esperienza interiore.
I presupposti di base che vogliamo citare in questa sede sono i seguenti:
  • Sembrano esistere due modalità di conoscenza, definite nel corso dei secoli con i termini più svariati. Le chiameremo conoscenza lineare e insight.
  • La conoscenza lineare è il prodotto della coscienza razionale o mente duale, definibile più semplicemente come: Mente
  • L'insight (letteralmente "vedere dentro") è il prodotto della coscienza olistica o mente unitiva, definibile più semplicemente come: Cuore
  • La mente duale altro non è che il modo di funzionare della nostra mente di tutti i giorni.
  • La coscienza olistica o mente unitiva è il modo di funzionare dell'essere umano presente a se stesso, in contatto con la propria essenza.
  • La BTE vuole insegnare a trascendere e includere la mente duale nello stato di coscienza olistico, unitivo.
  • Lo stato di coscienza olistica può consentirela comprensione immediata di ciò che è, l'insight.
  • La comprensione raggiunta attraverso l'insight non può essere trasmessa a parole ma solo indicata.
  • Coscienza olistica, insight, cuore, esperienza interiore, qualità, condivisione sembrano quindi definirsi come le parole chiave su cui la BTE costruisce il suo percorso terapeutico.

Chiamiamo Epistemologia della Seconda Attenzione, un modo di conoscere che, valicando le soglie del pensiero convenzionale tipico della mente duale (Prima Attenzione), acceda al pensiero post-convenzionale tipico della coscienza olistica.
L’esperienza unitaria della coscienza olistica può consentire una lettura archetipica degli eventi.
La BTE propone una concezione dinamica dell'archetipo come «forma formante», «energia plastica generativa» che va vissuta, «incorporata» attraverso il Transe piuttosto che interpretata.
In BTE sono utilizzati i termini Persistenza del Contatto e Padronanza del Transe per indicare quelle tecnologie in grado di purificare il sistema di coscienza dalle onde di interferenza prodotte dalla propria storia personale, armonizzando i modelli ritmici in interferenza dell’Io con i modelli ritmici armonici delle forze archetipiche e transpersonali del Sé.


  • I risultati connessi al lavoro terapeutico sono del tutto individuali e dipenderanno dal tipo di intervento e dalla natura del processo terapeutico che stai cercando di compiere.
  • Come altre forme di terapia, la Biotransenergetica aumenta la consapevolezza e il senso di presenza sia del passato che del presente. Queste procedure servono a riattualizzare memorie, immagini e sensazioni che precedentemente erano inconsapevoli. Possono anche intensificare sentimenti o esperienze emozionali connessi a forti emozioni. Il lavoro sul corpo può ugualmente richiamare l’ attenzione sia su forme di tensioni muscolari esistenti, sia su limitazioni fisiche. Sebbene lo scopo di questa accresciuta consapevolezza sia quello di aiutare a risolvere i conflitti emozionali, durante il trattamento, come per altre forme di psicoterapia, si possono provare sentimenti intensi o di disagio. Il terapeuta si impegna a lavorare con il cliente per comprendere la sua esperienza e aiutarlo a focalizzarla e ad integrarla.
  • Il processo terapeutico agendo anche sul secondo quadrante (Io/Tu) può generare un'intensificazione dei sentimenti per gli amici, i genitori, o il terapeuta. Questi sentimenti possono essere sia positivi che negativi e si riferiscono a schemi di legami consolidati emozionalmente vincolanti, così come possono riferirsi a situazioni attuali. La dimensione interpersonale del processo terapeutico è una parte importante della BTE. Curando l'aspetto interpersonale del processo, si possono comprendere meglio schemi relazionali disfunzionali e possono essere raggiunti nuovi e più soddisfacenti modi di entrare in relazione.
  • Un percorso di realizzazione del Sé, agendo sul terzo quadrante (Io/Noi), può passare attraverso radicali trasformazioni della propria personalità e della visione del mondo. Questo può comportare passaggi difficili che possono prevedere disagi o sofferenze che richiedono una ristrutturazione cognitiva e un adattamento al nuovo livello di consapevolezza raggiunto, prima di condurre ad uno stabile stato di benessere psico-spirituale.



giovedì 14 maggio 2020

Un esperimento con la psilocibina

Le discussioni teoriche sulle sostanze magiche furono integrate da altri esperimenti. Uno di questi, che servì per un raffronto tra l'LSD e la psilocibina, ebbe luogo nella primavera del 1962. L'occasione opportuna si presentò presso la casa dei signori Junger, in quello che un tempo era stato l'edificio  della guardia forestale del Castello di Stauffenberg, a Wilflingen. A questo simposio con i funghi parteciparono anche i miei amici Konzett e Gelpke.

Nelle antiche cronistorie si accennava all'abitudine degli Aztechi di bere chocolatl prima dell'assunzione del teonanacatl. Così, per praparare l'atmosfera, la signora Liselotte Junger ci servì del cioccolato caldo. Subito dopo abbandonò i quattro uomini al loro destino.
Ci eravamo riuniti in una sala elegante, con il soffitto in legno scuro, una stufa di maiolica bianca e mobili d'epoca tutt'intorno.
Alle pareti erano appese vecchie incisioni francesi, e un meraviglioso bouquet di tuilipani faceva bella mostra di sè sopra il tavolo. Junger indossava un lungo e ampio caffettano a righe blu scure, che si era portato dall'Egitto; Konzett sfoggiava una toga mandarina vivacemente ricamata; Gelpke ed io ci eravamo messi addosso delle vestaglie. La realtà quotidiana doveva essere tenuta da parte insieme ai suoi capi d'abbigliamento.
Poco prima del tramonto prendemmo 20 milligrammi di psilocibina a testa, il principio attivo del fungo psilocibe usato dai curanderi del Messico. trascorsa un'ora, non notai alcun effetto, mentre i miei compagni erano già immersi nel viaggio. Ero venuto con la speranza di poter richiamare in vita, durante l'inebriamento, certe immagini indimenticabili e ancora presenti nella mia memoria di esperienze fugaci vissute da bambino: un prato di margherite accarezzate da un venticello di inizio estate, un cespuglio di rose nella luce della sera dopo una tempesta di pioggia, gli iris blu che scendevano dal muro della vigna. Quando, alla fine, l'estartto del fungo cominciò a manifestare il suo effetto, affiorarono paesaggi insoliti, ben lontani dalle luminose reminescenze della mia terra d'origine. Parzialmente disorientato, mi inabissai. Stavo attraversando città completamente deserte, di una esotica e tuttavia inanimata sontuosità dai caratteri messicani. In preda alla paura, mi sforzai di rimanere sulla superficie, di mantenere lo sguardo vigile sulla realtà esterna, sulle cose del mondo.
Per un pò ci riuscii. Vidi un gigantesco Junger, uno stregone potente e vigoroso, andare su e giù per la stanza. Konzett, nella sua lucente vestaglia di seta, pareva un pericoloso clown cinese. Perfino Gelpke comunicava un che di sinistro, di enigmatico nella sua alta e sottile figura.
Con l'intensificarsi dell'inebriamento, tutto divenne acora più insolito, compreso me stesso. Misteriosi, freddi, assurdi vuoti si presentarono, sotto una luce smorta, i luoghi che percorrevo nella mia immaginazione. Quando riaprivo gli occhi e tentavo di aggrapparmimal mondo esterno, anch'esso mi appariva spettrale e svuotato di ogni significato. Il vuoto totale minacciava di risucchiarmi nel nulla assoluto. Ricordo che quando Gelpke si avvicinò alla mia poltrona, lo afferrai per un braccio e mi ci attaccai per non precipitare in quel nulla tenebroso. Ero posseduto dal terrore della morte e dal desiderio sconfinato di ritornare alle forme viventi della creazione, alla realtà del mondo degli uomini.
Alla fine rientrai lentamente nellastanza. Vidi e udii il possente stregone dissertare ininterrottamente, a chiara ed alta voce, di Schopenhauer, Kant, Hegel e raccontare dell'antica, piccola madre Gea. Anche Konzett e Gelpke avevano fatto ritorno sulla terra, su cui con fatica ero riuscito a poggiare il mio piede.
L'accesso al mondo del fungo era stato per me un esame, un confronto diretto con la realtà inanimata e il vuoto. L'esperimento aveva rilevato aspetti diversi da quelli che mi attendevo. Nondimeno, l'incontro con il nulla può bensì considerarsi un beneficio: solo allora l'esitenza delle forme vitali appare più miracolosa.
Era già trascorsa la mezzanotte, quando ci riunimmo alla tavola che lapadrona di casa aveva imbandito al piano superiore. Festeggiammo il ritorno con un pasto eccellente e la musica di Mozart. La conversazione si protrasse fin quasi al mattino. Ernst Junger ha descritto questo viaggio in Annaherungen. Drogen und Rausch [avvicinamenti. Droghe e inebriamento], nel capitolo "Ein Pilz Symposion" [un simposio per i funghi]. Quello che segue ne è un estretto:

"Come di consueto,una mezz'ora o fors più trascorse in silenzio. Poi sopraggiunsero i primi segnali: i fiori sopra al tavolo incominciarono a risplendere e ad emettere bagliori. La settimana lavorativa era terminata; là fuori, come ogni sabato, gli uomini addetti alla pulizia delle strade provvedevano alla loro opera.Il fregamento delle scope irrompeva penosamente nella quiete. Questo strascinamento e sfioramento, che di quando in quando si trasformava anche in raschiamento, in colpo, in frastuono e in martellamento, ha origini casuali ed è in pari tempo sintomatico, come uno degli indizi che annunciano una malattia. Molto spesso ha svolto anche un ruolo nella storia dell'esorcismo [...]

Solo adesso il fungo cominciava a manifestarsi: il bouquet primaverile splendeva con più vigore, non era una luce naturale. Le ombre si agitavano negli angoli, quasi cercando di assumere una forma. Ero angosciato e anche intirizzito, nonostante il calore che si propagava dalle piastrelle. Mi distesi sul divano e tirai la coperta sopra la testa. Ogni cosa divenne pelle e fu toccata, anche la retina - là il contatto si trasformò in luce. Questa luce era di molti colori; si dispose in file, che oscillavano dolcemente avanti e indietro, in file di perle di vetro di ingressi orientali. Esse formano delle porte, come quelle che si oltrepassano nel sogno, sipari del desiderio e del pericolo. Il vento le agita come una veste. Cadono dalle cinture delle ballerine, si aprono e si chiudono con un'oscillazione delle anche, e dalle perle uno stillicidio di suoni tra i più delicati soffia ai sensi acuiti. Il tintinnio degli anelli d'argento alle caviglie e ai polsi è già troppo fastidioso. Odora di sudore, di sangue, di tabacco, di crine tagliato, di essenza di rose da due soldi. Chissà cosa succede nelle stalle.

Doveva essere un immenso palazzo, mauritano, non un bel posto. Da quella sala da ballo, fughe di stanze adiacenti conducevano al sottosuolo. E sipari dappertutto, con il loro luccichio, il loro scintillante bagliore radioattivo. E poi uno scintillio di strumenti acuti, con il loro allettamento e il loro richiamo seducente:
"Vuoi venire con me, mio grazioso fanciullo?". Subito cessava, poi di nuovo si ripeteva, più pressante, più invadente che mai, con la certezza di ottenere il consenso.
Apparvero delle forme - collage storici, la vox humana, il richiamo del cuculo. Era forse quella puttana di Santa Lucia con i seni sporgenti dalla finestra? Poi il gioco si frantumò. Salomè danzava; la collana color ambra emetteva luccichii e, oscillando le faceva rizzare i capezzoli. Cosa non si fa per il proprio Giovanni ! [si riferisce al nome popolare usato in Germania per designare il pene e nello stesso tempo, alla testa di San Giovanni Battista che Salomè riceve in premio dal patrigno in cambio di una sua danza] - dannazione, quella era un'indecenza disgustosa che io non avevo pronunciato, era stata bisbigliata attraverso il sipario. I serpi erano luridi, vivi a malapena strisciavano pigramente sopra i tappeti. Erano decorati di frammenti luccicanti. Altri dagli occhi rossi e verdi, spuntarono fuori dal soffitto. La cosa scintillava e sussurrava, sibilava e sfavillava come minuscoli falci durante il sacro raccolto. Poi si acquietò e si avviò di nuovo, più languida e invadente. Mi avevano in pugno. Ora ci capivamo d'un sol colpo.
La signora apparve attraverso il sipario. Era indaffarata e mi passo accanto senza notarmi. Vidi gli stivali con i tacchi rossi. Le giarrettiere comprimevano nel mezzo le cosce voluminose; la carne vi si rigonfiava tutt'intorno. I seni enormi, il delta nero dell'amazzone, pappagalli, piranha, pietre semi-preziose ovunque.
Entrò in cucina - o ci sono ancora dei sotterranei in questo posto? Il luccichio e il bisbiglio, il sibilo e lo scintillio erano un tutt'uno; pareva ora la cosa si concentrasse e si ricongiungesse, impaziente dell'attesa.
Essa si fece calda, insopportabile; gettai via le coperte. La stanza era illuminata appena; il farmacologo se ne stava immobile vicino alla finestra, avvolto nella bianca toga mandarina che avevo indossato poco tempo prima del carnevale di Rottweil. L'orientalista era seduto accanto alla stufa; si lamentava, come se un incubo lo stesse opprimendo. Ne sapevo qualcosa. Era stata solo una spinta, e presto sarebbe rincominciato. Il tempo non era ancora scaduto. Avevo già visto la piccola madre in altre circostanze. Ma persino gli escrementi sono terra, appartengono come l'oro alla materia trasformata. Si deve venire a patti con essi, fintantochè rimangono nelle vicinanze.
Questi erano i funghi della terra. Molta più luce era nascosta nell'oscuro chicco che si stacca dalla spiga, ancor di più nel verde succo delle piante grasse sugli arsi pendii del Messico [...]
Il viaggio era andato storto - forse dovrei parlare al fungo ancora una volta. Ma ecco che il sussurio ricomparve, e così il bagliore e il luccichio - l'esca attirava a sè il pesce. Una volta che sia dato il motivo, esso rimane impresso, come in un rullo - a ogni nuova spinta, a ogni nuovo giro si ripete la melodia. Il gioco non andò oltre questa desolazione.
Non sò quante volte si ripetè, e non voglio neppure soffermarmici troppo. Ci sono inoltre delle cose che si preferiesce serbare in segreto. Comunque era trascorsa la mezzanotte [...]
Ci spostammo al piano superiore, dove trovammo la tavola imbandita. I sensi erano tutt'ora acuti e parti: "le porte della percezione". Dal vino rosso nella caraffa tremolava una luce, la schiuma ondeggiava sull'orlo. Ascoltammo un certo flauto. Agli altri non era andata meglio: "Di nuovo tra gli uomini, finalmente. Così Albert Hofmann [...]
L'orientalista invece era stato a Samarcanda, dove Tamerlano riposa in un sarcofago di nefrite. Aveva seguito la marcia trionfale attraverso le città, che offrivano in dono, ai loro ingressi, un recipiente pieno zeppo di bulbi oculari. Era rimasto per lungo tempo a osservare una delle piramidi di teschi che erano state innalzate per incutere terrore nella gente, e nell'ammasso di teste tagliate aveva perino riconosciuto la propria. Era incastonata di pietre.
Dopo aver ascoltato il racconto, il farmacologo si illuminò in volto : "Ecco perchè te ne stavi seduto sulla poltrona senza testa - ero veramente sorpreso; non potevo essermi ingannato."
Mi domando se non sarebbe più opportuno cancellare questo dettaglio; ha tutti i requisiti di un racconto di fantasmi."

L'estratto del fungo, a quanto pare, non ci aveva trasportato verso le vette luminose, bensì negli abissi più profondi. Sembra che nella maggior part dei casi l'inebriamento da psilocibina sia caratterizzato da tonalità più oscure di quelle manifestate dall'azione del LSD. L'effetto delle due sostanze varia comunque da un individuo ad un altro. Personalmente, avevo riscontrato una luce maggiore negli esperimenti con LSD che non in quelli con i funghi della terra, come anche viene riferito da Ernst Junger nei suoi testi.

I miei incontri con Huxley, Junger, Leary,Vogt

Albert Hofmann

Foto: Ernst Junger


venerdì 1 maggio 2020

Stati generali della psichedelia, conferenza psycore Torino



A Torino il 6 e 7 dicembre scorsi, nel silenzio assordante della stampa nazionale (che ho il piacere di rompere con questo articolo), si sono svolti i primi Stati Generali della Psichedelia in Italia. L’evento, organizzato dal Centro Cultura Contemporanea di Torino e coordinato da Alessandro Novazio, intendeva fare il punto sullo stato delle ricerche riguardo alle molecole psicotrope (notevole in ambito internazionale, del resto la vocazione del tema è eminentemente globale) e mettere in contatto quanti in Italia si occupano a vario titolo di questi temi, anche perché raramente – dopo decenni di forzato underground, che hanno confinato simili interessi in ambiti estremamente liminali – ne avevano avuto occasione, nonostante il notevole lavoro svolto su questi temi sin dal 1990 dalla Sissc (la Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza).
È per questo che dell’iniziativa del network ideato da Novazio, Psy*Co*Re (the Multidisciplinary Italian Network for PSYchedelic and COnsciousness REsearch, da pronunciare in latino psicore), si sentiva in Italia un forte bisogno. Il gruppo di Psy*Co*Re, nato nel 2019, si pone infatti come obiettivo quello di mettere in contatto tra loro tutte le realtà che si occupano degli “stati altri di coscienza” dell’essere umano, e che “si riconoscono in una visione aperta e inclusiva, sussidiaria e votata alla parresìa, con un’attenzione particolare alle finalità di promozione della salute e degli aspetti etici che ne conseguono”.
Come accennavo, in Italia il ritardo sulla diffusione di questi temi è ormai decennale – per non parlare delle Tabelle che sanciscono il divieto per l’uso di sostanze psicotrope, sulle quali altrove si comincia a intervenire per consentire ai ricercatori di indagare gli importanti fronti di ricerca sull’impiego di molecole che paiono straordinariamente promettenti nel trattamento di diverse patologie (dalla depressione, al disturbo da stress post-traumatico, fino alla cefalea a grappolo e alla paura della morte nei malati terminali) – ma qualcosa, come dimostra l’incontro torinese, sta finalmente cominciando a muoversi anche qui. 

Prima di arrivare a oggi facciamo un passo indietro e guardiamo al paesaggio di questi anni. Volendo indicare una data d’inizio del Rinascimento psichedelico, potremmo pensare al 2006, quando a Basilea, per il centesimo compleanno di Albert Hofmann, si svolse il primo simposio mondiale sull’LSD, cui un paio di anni dopo seguì il World Psychedelic Forum: furono queste le prime occasioni in cui scienziati, medici, psicoanalisti e intellettuali ebbero modo di confrontarsi sullo stato dell’arte circa ricerca e osservazioni sugli effetti di queste sostanze. In un post su Facebook del 6 dicembre, lanciando l’evento di Torino e collegandolo idealmente con quello di Basilea, Vanni Santoni affermava che quello fu il momento in cui “dalla trasmissione carbonara di saperi da esponente a esponente di questa o quella controcultura, la psichedelia ha cominciato a rialzare la testa, rivendicando il suo potenziale medico, culturale e spirituale, nonché l’esser cosa altra rispetto al calderone delle “droghe” in cui legislatori ignoranti o in malafede l’avevano ficcata”. Nei primi incontri pubblici – e questo clima si è respirato anche nello scorso week-end a Torino – inevitabilmente “l’atmosfera era ancora carbonara – torno al post di Santoni – ma si sentiva che qualcosa stava cambiando. E qualcosa, oggi, è davvero cambiato, visto come si moltiplicano gli studi sull’uso terapeutico, conoscitivo e spirituale di psilocibina, LSD e ayahuasca/DMT, vista la buona copertura stampa dei risultati di tali studi, visti gli ottimi libri sul tema che continuano a uscire (Pollan naturalmente, ma anche Tao Lin, Strassmann, Palmer, nonché da noi Codignola e il solito Samorini col nuovo Terapie Psichedeliche), e viste addirittura le città americane che hanno legalizzato o depenalizzato gli psichedelici (nel 2019 sono state 3; entro il 2022 potrebbero arrivare a 100 – ai tempi del primo congresso di Basilea immaginare qualcosa del genere sarebbe stato pura fantascienza)”.  
Per ragioni di spazio non posso dar conto qui di tutti gli interventi che si sono susseguiti nel corso della due giorni torinese, credo però che vista l’unicità in Italia di un simile evento valga la pena segnalarne almeno alcuni.
Il chimico Gianluca Toro è intervenuto parlando di un’ipotesi di ricerca ispirata all’utilizzo del muscimolo, il principio attivo dell’Amanita muscaria. L’utilizzo di quello che forse è il fungo per antonomasia, gode di una documentazione che risale fino alla preistoria. Secondo Toro “il fungo è stato impiegato, e in alcuni casi lo è ancora oggi, a scopo psicoattivo, medicinale, culinario e come insetticida. Sulla base della documentazione disponibile in letteratura e dei più recenti contributi scientifici, dall’aumento dei livelli di serotonina e dopamina indotti dal muscimolo è possibile ipotizzare una sua azione antidepressiva, da valutare eventualmente anche per gli analoghi. Un primo passo potrebbe essere la raccolta di dati aneddotici circa un effetto di questo tipo tra i consumatori ricreazionali di A. muscaria”. Il ricercatore dell’Università di Pisa Andrea Zaccaro ha parlato degli “stati di coscienza terapeutici”, in cui convergono la ricerca psicofisiologica sugli psichedelici e sulla meditazione, concentrandosi sulla neurofisiologia di alcuni stati di coscienza osservati dopo l’assunzione di sostanze psichedeliche e dopo l’applicazione di pratiche contemplative, come la meditazione e le tecniche di controllo del respiro.
Circa i potenziali usi terapeutici delle sostanze psichedeliche è intervenuta anche la psicologa e ricercatrice Tania Re, che nel suo intervento ha fornito una carrellata dello stato dell’arte delle ricerche sull’impiego di psichedelici nell’ambito del trattamento del Post Traumatic Stress Disorder e delle dipendenze, concentrandosi sui risultati conseguiti al riguardo dalle terapie con MDMA e cannabis. 

Lo psicologo e psicoterapeuta Gianfilippo Guidi ha affrontato il tema dell’ayahuasca come potenziale coadiuvante per il trattamento terapeutico, la sua relazione – basata sull’analisi delle più recenti ricerche in materia – ha inteso indagare l’efficacia degli enteogeni dal punto di vista salutogenico e socio-ecologico, portando la discussione sul fertile (sin dagli anni ’60) campo della psicoterapia combinata con l’uso di psichedelici.
Di ayahuasca si è occupata anche la psicologa Annalisa Valeri, che ha parlato del decotto amazzonico come di “oggetto attivo”, un concetto di recente formulazione che si riferisce a quegli oggetti – sia materiali che immateriali – che in una determinata cultura di riferimento sono capaci di produrre degli effetti concreti e reali sugli individui (esemplificando efficacemente il concetto tramite l’esempio dello smartphone).
Ancora sull’ayahuasca è intervenuto l’economista Walter Menozzi, che ha illustrato l’espansione europea del Santo Daime, ovvero la pratica religiosa sincretica fondata negli anni Trenta nello stato amazzonico dell’Acre.
Il fisiologo Giuseppe Cazzetta ha introdotto il tema delle normative vigenti in Italia circa l’illegalità di alcune sostanze, per cui valgono i principi di tassatività e di non analogia: in ragione dei quali paradossalmente chiunque abbia competenze farmacologiche può trovare succedanei per le specie e i composti proibiti. Ciononostante, nota Cazzetta, troviamo in Tabella 1 (al massimo livello di divieto) piante come l’iboga, un’essenza dalle infinite applicazioni terapeutiche e priva di potenziale d’abuso.
Ha fornito “Cenni storici sulle proibizioni imposte alle sostanze stupefacenti, psicotrope e psichedeliche” anche il politico di area radicale Marco Perduca, che ha sottolineato come le convenzioni e i trattati internazionali che hanno nel corso del tempo ristretto la possibilità di ricerca su piante e sostanze dal potenziale curativo ma ritenute pericolose se prodotte, commerciate o utilizzate al di fuori di un contesto terapeutico, siano state frutto di decisioni internazionali che hanno sempre avuto un'origine politica. Origine da tenere presente sia in fase di ricostruzione storica, che valutando il contesto attuale, che sembra iniziare a mutare in alcune zone del mondo, paradossalmente proprio quelle da sempre meno aperte alla riforma.





La psicologa Chiara Calzolari, forte dei risultati positivi della pratica psicoterapeutica supportata da terapia psichedelica, ha insistito sul nostro diritto di curarci con le piante, sottolineando come “siamo al confine di un periodo storico in cui possiamo sostituire l’era del proibizionismo con nuove frontiere di terapie psichedeliche”


Con la proiezione del video Thank You Plant Medicine. Lose the Stigma, a opera di un gruppo di attivisti olandesi, viene portata anche in Italia un’iniziativa di coming out psichedelico che invita chi voglia partecipare a parlare pubblicamente sui social, possibilmente a mezzo video, dei benefici goduti grazie all’uso di piante oggi vietate. Secondo la speranza degli organizzatori il 20 febbraio 2020 sarà il giorno del battesimo di un movimento globale, il cui scopo sarà sensibilizzare la società circa il potenziale di guarigione della medicina vegetale e della terapia assistita psichedelica. Le piante al centro dell’iniziativa, che dovrà essere corredata dall’hashtag #ThankYouPlantMedicine, saranno principalmente psilocibina, ayahuasca, cannabis, peyote, san pedro, iboga, LSD (estratto dal fungo della segale cornuta) e MDMA (che, malgrado molti lo ignorino, è solitamente ottenuto dal safrolo, uno degli olii presenti nel sassofrasso e in altre essenze, tra cui la vaniglia). Per la counselor Annarita Eva, che si sta facendo promotrice dell’iniziativa nel nostro paese, in Italia converrebbe concentrarsi su un coming out dedicato alla cannabis, più in grado di penetrare la coltre di tabù che dalle nostre parti continua ad avvolgere le sostanze psicotrope (ma ammetto che non me la sentirei certo di biasimare chi volesse andare all in seguendo il trend internazionale).
Ci porta a contemplare gli esoterici riti eleusini il neuropsichiatra infantile Riccardo Zerbetto, che ci fa percorrere i 21 chilometri della ierà odòs, la via sacra che congiunge Atene ad Eleusi e che gli iniziati ai Grandi Misteri compivano a fine settembre per celebrare Demetra e ricordare il lutto per la perdita della figlia Persefone rapita da Ade (Plutone), dio degli Inferi – una strada analoga, secondo Zerbetto, è quella che metaforicamente stiamo percorrendo oggi col Rinascimento psichedelico, grazie al quale si sta tornando a considerare il potenziale offerto da un ampio set di sostanze finora ingiustamente relegate nell’alveo dell’illegalità.
Idealmente si collega al suo il discorso di Roberto Landolfi, ovvero il DJ. Fog Loonely Moon, uno degli organizzatori del WAO festival, che ha parlato della scena internazionale della Psytrance, dal privilegiato punto di vista conferitogli dall’essere tra gli organizzatori di uno dei principali festival italiani, eventi in cui la dimensione del baccanale dionisiaco torna a vivere sorretta da una tecnologia avanzata nel frattempo di duemila-cinquecento anni.
Giovanni Ceccanti ci invita invece sul terreno della mistica con un intervento che collega l’esperienza mistica psichedelica alla mistica speculativa della tradizione cristiana.
Un intervento dal taglio più letterario è stato invece la “chiacchierata psichedelica” tra Gianni De Martino (autore del libro Voglio vedere Dio in facciaAgenzia X), il giornalista Tobia D’Onofrio, il poeta Gianni Milano, che ha letto alcune sue poesie di forte ascendenza beat risalenti agli anni ’60, e Alessandro Manca, che ha presentato quello che considera l’unico romanzo psichedelico italiano Il paradiso delle Urì (Feltrinelli) scritto da Andrea D’Anna sotto l’effetto di varie sostanze psicotrope. Ma diciamo pure che la lista è da aggiornare: come non citare a riguardo almeno Gli interessi in comune di Vanni Santoni, appena ripubblicato da Laterza, ma per certi passaggi anche Remoria di Valerio Mattioli – da poco uscito per minimum fax – potrebbe far parte del gruppo, così come Cometa di Gregorio Magini (Neo edizioni).
In California la nuova ondata di cultura psichedelica va di sovente a braccetto con alcune idee fortemente libertarian, combinandosi talvolta con quelli che a un primo colpo d’occhio potrebbero essere definiti deliri transumanistici. E ci porta proprio dalle parti dell’afflato libertarian l’intervento del fisico Alex Barchiesi, che ha tracciato una breve panoramica sull’ecosistema blockchain, il sistema ideato nel 2009 Satoshi Nakamoto attraverso il quale i movimenti di ricchezza digitale (i bitcoin), sono stati trascritti in un registro immutabile e trasparente (la blockchain). Questa rivoluzione tecnologica (per Barchiesi passata inosservata – parere forse eccessivo) grazie a cui un nuovo modello ha reso obsoleti i sistemi precedenti, si configurerebbe come una nuova “via della seta”, un cambiamento di paradigma che può essere applicato anche in altri ambiti, primo tra tutti quello della conoscenza e della libertà sociale.

Come detto all’inizio, in un primo incontro del genere era impossibile scrollarsi di dosso l’allure carbonaro analogo a quello di sparsi gruppi di “rivoluzionari” che per la prima volta hanno modo di stringersi le mani e riconoscersi. Oltre a questo sono però emersi molti spunti a Torino grazie a Psy*Co*Re e all’intuizione di Alessandro Novazio, e oltre a questi forse anche la consapevolezza che la riflessione e la ricerca riguardo ai diversi ambiti legati all’impiego di sostanze psichedeliche in Italia non sono poi così lontane dal raggiungere i risultati che in altri paesi già vengono finalmente conseguiti.

https://www.esquire.com/it/cultura/a30167569/stati-generali-psichedelia-in-italia/


giovedì 6 giugno 2019

Seekers After Truth




 L' ENNEAGRAMMA DEI TIPI 
PSICOLOGICI







Scuola SAT Claudio Naranjo

Immagine principale Il SAT è un programma di formazione olistica per lo sviluppo personale e professionale, un percorso di crescita e di autoconoscenza, ideato da Claudio Naranjo negli anni ’70 e da lui stesso coordinato in diversi paesi europei e latinoamericani. Si articola in cinque moduli annuali residenziali di durata variabile (da 6 a 10 giorni), che in Italia si svolgono in autunno nel borgo umbro di Titignano, tra Orvieto e Todi.
SAT è l’acronimo di Seekers After Truth (cercatori di verita). Ma il termine “sat” significa anche, in sanscrito, verità ed essere, ed è un simbolo fonetico che richiama la visione trinitaria del filosofo Totila Albert, fondata sull’armonia delle tre dimensioni interiori dell’essere umano (padre, madre, figlio) riflesso di principi cosmici, e i tre centri – intellettivo, emozionale e istintuale –  teorizzati da Gurdjieff.
Il SAT è un processo psico-spirituale che abbraccia sia l’aspetto contemplativo, sia quello esistenziale. Ne fanno parte integrante, come strumenti di indagine della coscienza, la pratica della meditazione, l’attenzione al presente, la quiete interiore, e la contemplazione. È un percorso di autoconoscenza per emanciparsi dai condizionamenti della personalità e disidentificarsi dall’ego. Può essere considerata una “scuola di amore” per la formazione di persone che operano per il cambiamento, capaci di aiutare se stessi e gli altri in un modo personale e creativo, un luogo dove si apprende ad essere più umani e più veri.
Un aspetto rilevante del processo è la liberazione della spontaneità e dell’autenticità per favorire l’emergere di una coscienza sottile.
 “Ho concepito il programma SAT principalmente perché le persone possano apprendere a lavorare su se stesse in un contesto di aiuto reciproco. E’ possibile conoscere se stessi, prendersi cura di sé e crescere in modi molto diversi – attraverso l’amore empatico, la devozione, l’attenzione, l’autenticità, la libertà, la pace e il non attaccamento. In tutte le dimensioni della crescita è rilevante il contesto di mutuo aiuto, poiché è aiutando l’altro che si aiuta sé stessi”.
Claudio Naranjo
Il processo prevede un ricco repertorio di pratiche, a partire dal lavoro di ricerca sul proprio carattere secondo la teoria dell’Enneagramma, insieme a un viaggio interiore nei sentimenti, ricordi e relazioni lungo lo sviluppo della propria esistenza. Altri aspetti del programma sono il teatro terapeutico, il movimento spontaneo, la consapevolezza sensoriale e l’attenzione a se stessi. Un cammino verso la liberazione dagli automatismi e l’umanizzazione dell’individuo e delle relazioni.
Il programma SAT ha avuto successo in molte parti del mondo, e la sua influenza sulle comunità dei terapeuti Gestalt spagnoli, italiani e sudamericani è stata considerevole. Fin dall’inizio dei programmi SAT hanno fatto parte dello staff per la supervisione terapeutica alcuni dei più famosi terapeuti Gestalt del mondo.



In questo percorso di grande profondità, si utilizzano diverse tecniche provenienti da tradizioni antiche. Nel primo ciclo si inizia a conoscere ed utilizzare l'enneagramma. L'Enneagramma (dal greco ennea, nove, e gramma, disegno) è un simbolo geometrico usato in ambito psicologico ed esoterico.



Durante una settimana abbiamo imparato a riconoscere e a "giocare" con la nostra personalità. Le tecniche utilizzate variano dalla meditazione interpersonale (ovvero meditare prima ad occhi chiusi focalizzandosi sul proprio corpo e il proprio respiro e in un secondo tempo avvicinarsi allo sguardo di una persona posta davanti e fissarla, cercando di mantenere la propria centratura), al movimento spontaneo e tecniche vicine allo psicodramma.

L'Enneagramma dei tipi psicologici è una "mappa" che descrive nove tipi di personalità - al di là di tutte le possibili differenze individuali - e i rapporti tra loro, e che consente di individuare le tendenze principali di carattere, visioni del mondo e attitudini, nonché le più probabili ipotesi evolutive, permettendo di accrescere le proprie possibilità di auto-comprensione e di trasformazione interiore, con i propri punti di forza e le proprie aree di miglioramento.
Ogni personalità rappresenta la cristallizzazione e l'irrigidimento delle difese infantili nel processo di adattamento precoce con l'ambiente e si struttura attorno a un nucleo emozionale ("passione" dominante), un nucleo cognitivo ("fissazione" dominante) e un nucleo che riguarda la sfera degli istinti che regolano l'attività umana (istinto di conservazione, sociale e sessuale).
Più che una mera classificazione, l'enneagramma è un modello dinamico in cui ogni enneatipo racchiude le potenzialità di tutti gli altri, anche se per ogni persona è riscontrabile un'identificazione più forte con un certo tipo. È importante sottolineare che non esiste un enneatipo migliore di un altro, o più fortunato in termini di risorse personali: nella dinamica dell'enneagramma sono tutti ricchi di potenzialità e, a seconda della propria evoluzione o involuzione, tendono verso un certo tipo di positività o di negatività caratteristiche.
Le nove personalità individuate dalla mappa sono correlate secondo uno schema - presente appunto già in Gurdjieff - che viene raffigurato con una stella a nove punte e che esprime il rapporto fra le due leggi fondamentali del 3 e del 7. Applicato alla condizione umana, il triangolo interno che collega i punti 3-6-9 rappresenta le tre "preoccupazioni" mentali principali: l'immagine (3), la paura (6), e l'autoesclusione (9), cui corrispondono altrettante emozioni. Mentre gli altri sei punti della stella (1-4-2-8-5-7), collegati fra loro da linee interne, corrispondono ad altre "fissazioni" ed emozioni.
I nove enneatipi sono raggruppati sulla base di tre Centri, dell'Istinto, dell'Emozione e della Razionalità. Al di là delle differenze legate alle singole passioni e fissazioni, c'è una tendenza di fondo nella visione del mondo e nel percepire la realtà che distingue i tre gruppi: il Centro dell'Istinto, in alto sulla circonferenza, funziona sulla base di impulsi naturali e a esso appartengono gli enneatipi 8, 9 e 1. Gli appartenenti a questo centro tendono a seguire l'istinto e l'abitudine e agiscono impulsivamente, spesso in reazione a uno stimolo esterno; tendono a essere più rivolti all'azione e la loro intuizione è basata sul corpo. Il Centro dell'emozione, a destra sulla circonferenza, funziona sulla base dei sentimenti e dei rapporti con le altre persone, e vi appartengono gli enneatipi 2, 3 e 4, che tendono a essere più in contatto con i propri sentimenti e la cui intuizione è basata sull'emozione. Le personalità di questo centro dipendono molto dal riconoscimento degli altri e danno molta importanza all'immagine e alla relazione. Infine, il Centro della razionalità, a sinistra della circonferenza, funziona sulla base del pensiero, dello studio e della riflessione, e ne fanno parte gli enneatipi 5, 6 e 7, che tendono a privilegiare la ragione e la cui intuizione è basata sulla mente. La paura fa da sfondo a tutti e tre i tipi razionali, la tristezza e il bisogno di riconoscimento ai tre emotivi, la rabbia ai tre istintivi.
Le ali sono gli enneatipi posti sulla circonferenza a lato di ogni enneatipo (per esempio il 9 e il 2 rispetto all'1). Possono influenzare le caratteristiche del tipo base. Le frecce costituiscono le direzioni delle linee che collegano i vati enneatipi fra loro. Alcuni autori sottolineano la differenza delle due direzioni, una che "va verso" l'enneatipo in esame e rappresenta le risorse che permettono all'enneatipo stesso di evolvere; e l'altra che "parte da" l'enneatipo in esame, e costituisce la direzione di stress, tendenzialmente "involutiva" rispetto all'altra. Per altri autori invece entrambe le frecce possono indicare momenti di evoluzione o di involuzione, in fasi e circostanze diverse dell'esistenza.
Claudio Naranjo, utilizzando l'Enneagramma dei tipi psicologici nel Programma SAT di crescita personale da lui creato, propone una mappa ancora più complessa, dato che per ogni enneatipo è possibile individuare tre sottotipi a seconda dell'ambito in cui ognuno si muove prevalentemente o che ritiene più importante (quello della sopravvivenza per il conservativo; quello del rapporto di coppia per il sessuale; quello del rapporto con gli altri in generale per il sociale), arrivando a un ventaglio di 27 enneatipi.

sabato 21 luglio 2018

Ipnosi collettiva


A volte mi colgo osservare me stessa mentre sono ipnotizzata. Già perchè solo in quello stato è stata trasmessa lentamente l'addomesticazione della "civiltà". Da chi?
Come una piccola dose di veleno presa ogni giorno... Dai miei insegnanti a scuola, dall'educazione cattolica inculcata da generazioni nelle nostre misere menti, dalla televisione, dai miei innocenti genitori. E arriva così tramandata, come una dote, di famiglia in famiglia, da individuo a individuo. Fino a trovarsi, comandati da porci fannulloni, e ci ritroviamo anche privi del più insignificante istinto di una piccola ribellione. La nostra mente è troppo occupata ad elaborare messaggi continui che ci arrivano dal nostro ambiente; le città. Un ambulanza sta passando, mi trovo in mezzo al traffico e respiro metano con gas pesanti, intanto sto ascoltando la musica e sto pensando in  quale supermercato andare ma forse arriverò tardi e dovrò cambiare idea.


Solo da ipnotizzati potremmo inveire discorsi sugli immigrati, senza renderci conto della palese realtà ovvero che questa gente è fuggita da guerre che noi stessi stiamo contribuendo a finanziare anche aprendo un conto nella banca vicina a casa. E mentre pagliacci ci comandano, a me fa male lo stomaco e mi sento una fitta al fegato. E mafie creano regni del terrore dove vige solo la legge del più forte; bambini affogano presi dalla forza di un'onda, muoiono; nello stesso tempo qualcuno litiga per uno stupido diverbio. E pare chiaro come è con i nostri gesti quotidiani, è così che stiamo al gioco dei più forti e con la nostra inconsapevolezza creiamo la realtà che leggiamo tutti i giorni sul giornale o alla televisione. Stiamo così assistendo ad una lenta degenerazipne dei più semplici valori che ci rendono più simili alle bestie che a ciò che è umano. Siamo portatori sani di traumi emotivi che ci rendono più fragili e più facili prede del controllo mentale e dei condizionamenti. I nostri stessi cartoni animati, a cui abbiamo dedicato ore della nostra infanzia, sono avvelenati, stregati, ci hanno programmati ad una sessualità condizionata. Come cani di Pavlov ci muoviamo nella realtà e ci troviamo preda dei nostri stessi vizi e agiamo fuori dal nostro controllo.


Ci chiediamo, a esempio, da dove derivano tutte le materie prime della nostra tecnologia?? Ce lo chiediamo quando desideriamo un nuovo cellulare chi è che sta pagando il costo più alto dello schiavismo africano? E lo sfruttamento della Terra quando compriamo le nostre merendine Mulino Bianco preferite? Dovremmo porci tutti alla realtà con maggior senso di responsabilità e forse le Banche, insieme alle multinazionali, non sarebbero i capi supremi, formando una reale oligarchia in cui tutto il capitale è nelle mani di pochissime persone che riescono a governare con facilità attravreso un pieno controllo delle menti basato sullo schiavismo e la dipendenza.


Come possiamo facilmente notare, non siamo poi così cambiati dai tempi degli antichi egizi, laddove erigevano piramidi, noi adesso erigiamo grattacieli, solo che adesso stiamo mettendo in reale pericolo l'equilibrio terrestre... per cui, dobbiamo fermarci prima che sia troppo tardi.


Se non fossimo impegnati tutto il giorno, come faremmo a permettere che solo qualche decina di persone al massimo, stanno governando su oltre sei miliardi? E che di questi, circa i tre quarti devono ancora combattere con malattie che sono state debellate secoli fa , se non  morire di fame...


Dobbiamo essere tutti ipnotizzati , e un pò nevrotici, per superare i mali della moderna civiltà.

Chiara Calzolari